Sant’Angelo sull’Archivio Storico Lodigiano: nel luglio ‘44 l’uccisione dei coniugi Semenza
e i grandi viaggi di Madre Francesca Cabrini
Il secondo volume del 2018 della rivista ospita un saggio dedicato al delitto compiuto a Sant’Angelo dai repubblichini al culmine di un imponente rastrellamento.
Interessanti anche i “Contributi Cabriniani” di don Angelo Manfredi, che ripercorrono i viaggi della suora, con un riferimento alla tragedia del Titanic.

di Lorenzo Rinaldi

I fatti che portarono alla tragica uccisione dei coniugi Maria Garibaldi e Luigi Semenza a Sant’Angelo, il mattino del primo luglio 1944 per mano delle formazioni repubblichine, sono ripercorsi nell’interessante articolo scritto da Antonio Saletta (redattore di questo foglio) per il secondo volume del 2018 dell’Archivio Storico Lodigiano (Pmp edizioni, 20 euro) dato alle stampe lo scorso novembre. L’efferato delitto dei due coniugi, genitori di sette figli piccoli, scrive una delle pagine più buie della recente storia del borgo santangiolino. La mattinata del primo luglio 1944 una sventagliata di mitra uccise sull’uscio di casa Luigi Semenza, 40 anni, e la moglie Maria, 38 anni, incinta dell’ottavo figlio. Dalla sera precedente il paese era stato accerchiato da formazioni repubblichine (fascisti) delle Brigate Muti e Barnj che cercavano renitenti alla leva e sbandati. Il rastrellamento durò tutta la notte ma solo una ventina furono gli arrestati. L’uccisione dei coniugi Semenza venne dettagliatamente descritta dal parroco don Giuseppe Molti in una lettera inviata al vescovo di Lodi monsignor Pietro Calchi Novati.


l’immaginetta ricordo dei coniugi Semenza e la sepoltura al cimitero
L’autore nell’articolo ben ricostruisce il clima che si respirava a Sant’Angelo in quei mesi, con un numero rilevante di sbandati e un altrettanto ingente numero di giovani santagiolini di cui non si conosceva la sorte oppure che si sapeva essere rinchiusi in campi di lavoro o di prigionia.
Interessante è poi la lettera del parroco, pubblicata in forma integrale, dalla quale si evince che la violenza esercitata dai repubblichini non si fermò neppure davanti alla chiesa e ai suoi sacerdoti. L’articolo, corredato da una fotografia dei funerali e dall’immaginetta funebre, indica inoltre il carattere punitivo della spedizione degli uomini delle brigate nere, compiuta in risposta a un ferimento avvenuto alla frazione di Maiano di due militi del distaccamento della Guardia nazionale repubblicana di Sant’Angelo.

Contributi Cabriniani

Tra L’Archivio Storico Lodigiano, che celebra i 150 anni della Società Storica Lodigiana, riporta poi un altro interessante articolo, intitolato “Contributi Cabriniani”, firmato da don Angelo Manfredi, valente storico e apprezzato prevosto della parrocchia di Madre della Chiesa in Sant’Angelo. Il sacerdote parte dalla poco conosciuta questione del nome dell’istituto fondato da Madre Cabrini (inizialmente Salesiane missionarie del sacro cuore) e si sofferma poi sui viaggi della santa e sulle distanze coperte. Si apprende dunque che attraversò l’Atlantico 17 volte, viaggi ai quali occorre aggiungere le migliaia di chilometri percorsi per spostarsi dall’Italia a capitali europee quali Parigi, Madrid e Londra o per i trasferimenti all’interno del vasto continente americano. Si può così calcolare, per difetto, che la fondatrice delle Missionarie del Sacro Cuore abbia percorso almeno 290mila chilometri.
Madre Cabrini - scrive don Manfredi - va posta certamente tra i grandi viaggiatori del suo tempo, e forse è stata la più grande viaggiatrice donna: Enrico Caruso, grande tenore quasi contemporaneo della santa (1873-1921), compiva le sue tournée tra Londra, San Pietroburgo, Buenos Aires e New York, e probabilmente il confronto tra le distanze percorse tra questa star della lirica e Madre Cabrini rivelerà notevoli analogie, mentre le grandi soprano del tempo, come Luisa Tetrazzini, acclamate oltreoceano, difficilmente avrebbero resistito a una frequenza di viaggi come quella della fondatrice (Madre Cabrini, ndr). A viaggiare spesso sui transatlantici erano gli uomini, e in parte le donne, di spettacolo. I grandi esploratori di quel tempo, nell’Africa o verso i Poli, in realtà coprivano distanze inferiori”.
Il contributo di don Manfredi regala poi una piccola curiosità. La si ricava da una lettera inviata da Madre Cabrini a una consorella. Siamo nel 1912, lo stesso anno dell’affondamento del Titanic, avvenuto tra il 14 e il 15 aprile. “Nel gennaio 1912 - aggiunge don Manfredi - la Cabrini riparte per gli Stati Uniti da Napoli. La madre aveva ipotizzato di fare una nuova visita a Londra, a cui poi aveva rinunciato. In una lettera alla direttrice della casa di Roma da New York del maggio 1912 scrive ‘Solo due tue lettere ho ricevute sinora e, se ne hai spedite cinque, allora bisogna dire che sono andate giù negli abissi col Titanic. Se andavo a Londra, forse partivo proprio con quello, ma la Divina Provvidenza che veglia di continuo non l’ha permesso…”.

Un’epidemia di tifo e la chiesetta di Ca’ dell’Acqua


Da segnalare infine altri due articoli, entrambi a firma di Ferruccio Pallavera, giornalista, direttore del quotidiano “il Cittadino”, che hanno il merito di allargare lo sguardo su realtà a noi vicine. Il primo è dedicato all’epidemia di tifo che si registrò nel paese di Cavenago d’Adda nell’estate del 1945, a poche settimane dalla fine della guerra. La diffusione della malattia fu così virulenta che costrinse le autorità sanitarie al ricovero coatto di una quarantina di persone all’ospedale di Lodi per 40 giorni, per impedire ulteriori contagi. All’origine dell’epidemia ci furono condizioni igieniche precarie. In particolare, Cavenago era caratterizzata dalla presenza di numerosi piccoli proprietari terrieri, le cui famiglie, in assenza di acquedotto pubblico, erano solite bere l’acqua prelevata da pozzi, poco profondi, realizzati accanto ai loro poderi, nei quali vivevano e allevavano gli animali.
Il secondo articolo è invece la triste cronistoria di trent’anni di battaglie per salvare la piccola chiesa di Ca’ dell’Acqua, frazione di Borgo San Giovanni. Si apprende che “all’epoca dell’unificazione dei piccoli comuni, avvenuta nel 1865 sotto il governo piemontese, Ca’ dell’Acqua contava 543 abitanti. Cinquant’anni dopo, nel 1917, erano crollati a 215”. A nulla sono valsi appelli pubblici e assemblee: oggi il pregevole edificio di culto, di proprietà privata, è ridotto a un rudere.

IL PONTE - foglio d'informazione locale di Sant'Angelo Lodigiano

Sotto, alcuni strumenti di lavoro dei cordai e Rosario Arisi con Antonio Trabucchi. Sotto Rosario Arisi con Antonio Trabucchi.




La borsa da viaggio (conservata nella casa museo di Sant’Angelo) usata da Madre Cabrini nei suoi viaggi e una sua foto ritratta a 27 anni, appena diventata suora; una foto del Titanic per ricordare l’episodio dell’ipotizzato e provvidenziale mancato viaggio con la nave poi affondata.