La chiesa di San Rocco torna a splendere
Riaperta a Pasqua dopo il restauro

di Giancarlo Belloni


Riaperta solennemente nella notte di Pasqua, la chiesa di San Rocco ha regalato ai fedeli una forte emozione quando, al termine della liturgia della luce, la volta restaurata è apparsa in tutta la sua bellezza!
Un’emozione che qualche giorno prima abbiamo provato anche noi, ospiti del parroco don Angelo Manfredi, che ci ha guidati, a cantiere ancora aperto, alla scoperta degli importanti interventi effettuati su una delle chiese più antiche di Sant’Angelo.
Infiltrazioni, umidità, fumo delle candele, incrostazioni e polveri accumulate negli anni avevano reso necessario un intervento che si è mosso sotto due aspetti: da una parte la ripulitura della volta con il ripristino delle immagini e la tinteggiatura delle pareti, dall’altra una serie di provvedimenti più strutturali quali un nuovo impianto di illuminazione a led ed un moderno sistema di riscaldamento con pedane radianti poste sotto le panche, alimentato da una nuova caldaia a metano.
Sotto la direzione dell’arch. Giuseppe Rossi e l’apporto dei restauratori Alessandro Broglia e Fabio Zignani, i lavori (costati circa 113.000 euro dei quali 54.000 erogati dalla Fondazione Comunitaria della provincia di Lodi), dopo quasi sei mesi di chiusura, hanno restituito al culto un tempio sicuramente più confortevole che merita di essere “riscoperto” anche nella sua storia e nelle sue componenti architettoniche e iconografiche.



 

Notizie storiche sulla chiesa di San Rocco si trovano negli scritti di don Giulio Mosca e dell’arch. Beppe Roberti, raccolti nel volume “Pagine di storia santangiolina”, pubblicato nel 2008 dalla associazione Obiettivo Solidarietà.
Raccontano di un oratorio (cioè una chiesa) la cui prima attestazione ufficiale è del 1511, anno nel quale si chiedeva l’autorizzazione a costruire un monastero per le monache agostiniane di fianco alla esistente cappella dedicata a San Rocco (protettore contro la peste). Secondo don Giulio è presumibile che la costruzione risalga alla seconda metà del Quattrocento, dopo che nel 1475 una grave epidemia di peste colpì il territorio lodigiano.
La peste fu forse ancora il motivo che spinse, nel 1652, alla costruzione delle due nicchie sulla facciata esterna per porvi le statue di San Rocco e di San Sebastiano, anch’esso associato alla protezione contro il terribile morbo.
Gli affreschi e le decorazioni degli interni risalgono al 1901 a cura di Romeo Rivetta, apprezzato pittore che ha lasciato il proprio segno in molte chiese lombarde.
Il pregiato lavoro dei restauratori ha restituito intensità alle scene rappresentate nella volta.
Su tutte spicca una bellissima ed originale crocefissione in stile liberty, con il Cristo attorniato da uno stuolo di angeli. Subito dietro, sopra l’altare, nell’abside, un affresco raffigurante Dio Padre sempre accompagnato da angeli.
Ai lati della volta spiccano otto ovali non perfettamente in linea con la tradizione iconografica che vorrebbe i quattro evangelisti affiancati dai quattro padri della chiesa latina Gerolamo, Gregorio Magno, Ambrogio e Agostino: qui Agostino è sostituito da Bassiano, patrono della Diocesi.
La volta è invece decorata con una Gloria di San Rocco assunto al cielo e con la rappresentazione delle tre virtù teologali: Fede, Speranza e Carità.
Nel 1975 la chiesa di San Rocco fu oggetto di pesanti e dibattuti interventi di adeguamento e ampliamento a seguito dell’adozione delle linee guida diramate dal Concilio. Dopo di allora interventi significativi furono eseguiti nel 1999 nella bellissima cappella della Madonna del Carmine (costruita nel 1845) e sulla struttura esterna, lavori che permisero di evidenziare i due archi che rappresentano l’ingresso della struttura originaria della chiesa.
Una delle critiche al lavoro degli anni ’70 fu la decisione di colorare di verde tutte le pareti. Oggi le pareti sono color sabbia/avorio e le lesene (le colonne non portanti) in finto marmo sono state valorizzate.
E nello spazio di quella che una volta era la porta di ingresso al pulpito (anch’esso rimosso nel 1975) utilizzato poi per una grata di aspirazione dell’aria, ora è stata ricavata una nicchia dove ha trovato posto il nuovo fonte battesimale.
La nostra visita ci ha riservato un’ulteriore sorpresa: l’organo della chiesa (un importante Bossi Urbani del 1860 restaurato nel 2002) era coperto da un bell’arazzo rappresentante Re Davide con la cetra: è un arazzo che nessuno vede mai perché l’organo è sempre scoperto!
Occasione per ammirare in tranquillità la chiesa ed apprezzarne il progetto iconografico sarà offerta a tutti i cittadini il prossimo martedì 8 maggio grazie a don Luca Anelli, già sacerdote a San Rocco ed esperto di beni culturali della Chiesa.



IL PONTE - foglio dinformazione locale di SantAngelo Lodigiano