Poesie di Natale

a cura di Maria Teresa Pozzi


LA NOTTE SANTA
di Guido Gozzano (1883 -1916)
Scritta nel 1914, è una poesia destinata ai bambini.
Rievoca proprio la notte della nascita di Gesù,
contraddistinta da un forte senso religioso.

- Consolati, Maria, del tuo pellegrinare!
Siam giunti. Ecco Betlemme ornata di trofei.
Presso quell’osteria potremo riposare,
ché troppo stanco sono e troppo stanca sei.
Il campanile scocca lentamente le sei.

- Avete un po’ di posto, o voi del Caval Grigio?
Un po’ di posto per me e per Giuseppe?
- Signori, ce ne duole: è notte di prodigio;
son troppi i forestieri; le stanze ho piene zeppe
Il campanile scocca lentamente le sette.

- Oste del Moro, avete un rifugio per noi?
Mia moglie più non regge ed io son così rotto!
- Tutto l’albergo ho pieno, soppalchi e ballatoi:
Tentate al Cervo Bianco, quell’osteria più sotto.
Il campanile scocca lentamente le otto.

- O voi del Cervo Bianco, un sottoscala almeno
avete per dormire? Non ci mandate altrove!
- S’attende la cometa. Tutto l’albergo ho pieno
d’astronomi e di dotti, qui giunti d’ogni dove.
Il campanile scocca lentamente le nove.

- Ostessa dei Tre Merli, pietà d’una sorella!
Pensate in quale stato e quanta strada feci!
- Ma fin sui tetti ho gente: attendono la stella.
Son negromanti, magi persiani, egizi, greci...
Il campanile scocca lentamente le dieci.

- Oste di Cesarea... - Un vecchio falegname?
Albergarlo? Sua moglie? Albergarli per niente?
L’albergo è tutto pieno di cavalieri e dame
non amo la miscela dell’alta e bassa gente.
Il campanile scocca le undici lentamente.

La neve! - ecco una stalla! - Avrà posto per due?
- Che freddo! - Siamo a sosta - Ma quanta neve, quanta!
Un po’ ci scalderanno quell’asino e quel bue...
Maria già trascolora, divinamente affranta...
Il campanile scocca La Mezzanotte Santa.

È nato! Alleluja! Alleluja!
È nato il Sovrano Bambino.
La notte, che già fu sì buia, risplende d’un astro divino.
Orsù, cornamuse, più gaje suonate; squillate, campane!
Venite, pastori e massaie, o genti vicine e lontane!

Non sete, non molli tappeti,
ma, come nei libri hanno detto da quattro mill’anni i Profeti,
un poco di paglia ha per letto.
Per quattro mill’anni s’attese quest’ora su tutte le ore.
È nato! È nato il Signore!
È nato nel nostro paese! Risplende d’un astro divino
la notte che già fu sì buia. È nato il Sovrano Bambino.

È nato! Alleluja! Alleluja!



IL PONTE - foglio d'informazione locale di Sant'Angelo Lodigiano

NATALE
di Giuseppe Ungaretti (1888 -1970)
Oltre cento anni fa, dal 1914 al 1918, in Europa imperversava la Prima Guerra Mondiale. La poesia fu scritta a Napoli nel 1916, parla del ritorno a casa di un soldato in licenza durante la Grande Guerra. L’uomo, devastato dagli orrori del conflitto, non ha voglia di festeggiare, anche se si trova intorno persone felici.

Non ho voglia di tuffarmi in un gomitolo di strade
Ho tanta stanchezza sulle spalle
Lasciatemi così come una cosa posata in un angolo e dimenticata
Qui non si sente altro che il caldo buono
Sto con le quattro capriole di fumo del focolare



AI BENEFICIATI
di Robert Louis Stevenson (1850 -1894)
Nell’occasione della nascita di Gesù e della gioia del
giorno di Natale lo scrittore invoca Dio affinché questa importante giornata renda gli uomini contenti di essere figli suoi.

Oh, Dio... aiutaci a rievocare correttamente
la nascita di Gesù,
che noi possiamo vivere nei canti degli angeli,
nella gioia dei pastori,
e nella devozione degli uomini saggi.
Possa il mattino di Natale
renderci felici di essere tuoi figli.