Parole sulla pietra, trascurate
Lapidi e targhe, importanti strumenti di storia

di Antonio Saletta

Dall’alto dei suoi 36 metri (de sesanta e più brassa), la torre mastra del castello Morando Bolognini è orgoglio e simbolo dell’antichissima origine della nostra cittadina,
La possente costruzione, fatta erigere nel 1383 da Beatrice (Regina) della Scala, moglie di Bernabò Visconti, muta testimone di guerre, e di saccheggi, è stata riportata alla forma originaria nel 1904, per volontà del conte Gian Giacomo Morando Bolognini.
A perenne ricordo dei lavori di restauro, nel 1908, venne posta alla base della torre una lapide marmorea, con inciso un testo in latino che illustra l’origine della torre e il restauro compiuto, iscrizione che il tempo ha reso illeggibile (vedi foto), facendola venir meno alla sua finalità. Una finalità che, in attesa di un auspicabile ripristino, da parte di chi compete, facciamo nostra, offrendo ai lettori la trascrizione della scritta in latino e la relativa traduzione.
HANC TVRRIM A REGINA SCALIGERA BERNABOVIS VICE-COMITIS VXORE PROPVGNACVLO ET ORNAMENTO VETERIS CASTRI ANNO MCCCLXXXIII ERECTAM. JO JACOBUS COMES MORANDO ATTENDOLVS BOLOGNINIUS NOBILITATE MONVMENTI DVCTVS ANNO DOMINI MDCCCCIV IN PRISTINUM RESTITVIT

Questa torre da Regina della Scala, a Barnabò Visconti moglie, per difesa ed ornamento del vecchio castello, nell’anno 1383 eretta, Gian Giacomo conte Morando Bolognini Attendolo, compreso della nobiltà del monumento, nell’anno del Signore 1904, restituiva alla forma primitiva.
Seppure di genere diverso, ma con lo stesso stato di trascuratezza, è la targa stradale recante il nome “Via Madre Francesca Cabrini”, posta all’inizio della via omonima.
A differenza delle targhe stradali che costellano Sant’Angelo, questa si distingue per le dimensioni più grandi e per l’indicazione della via incisa su una lastra di marmo, caratteristiche giustificate dal momento storico in cui è avvenuta la collocazione, il 1938, anno in cui Madre Francesca Cabrini è stata beatificata.
Già nel 1931 il podestà Silvestro Tonolli proponeva di cambiare il nome di via Garibaldi (nome della via posto dai primi del ‘900) dedicandolo alla “benemerita suora Madre Francesca Saverio Cabrini che in Italia e in altri Stati d’Europa e nelle lontane Americhe, fondò una quantità di case di educazione e ospedali”, ma la proposta veniva respinta dalle autorità superiori, il nome di Garibaldi non si poteva toccare.
I tempi diventarono maturi nel giugno 1938, quando la proposta del Comune veniva accettata dal Ministero della Pubblica Istruzione, in considerazione “dell’opera di italianità e di bene svolta da Madre Francesca Cabrini a favore dei connazionali emigrati”.
Si evince che questa targa è non solo nome di strada ma anche memoria storica.
Nell’anno in cui si ricorda il centenario della morte della nostra più grande concittadina, l’auspicabile ripristino, da parte di chi di dovere, assumerebbe un importante significato.


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