Miss Miradolo 1951, una beffa riuscita a metà

Memorie barasine

di Pino Corsi


Negli anni attorno al 1950 le selezioni periferiche per l’elezione di Miss Italia avvenivano in maniera... ruspante in occasione di serate danzanti con le candidate democraticamente segnalate mentre ballavano in pista con i loro più o meno estemporanei cavalieri.
Le “belle” non dovevano esibirsi in costume da bagno se non successivamente per le selezioni regionali e poi per la finale che si teneva a Stresa.
Per inciso, nel 1947, quando Miss Italia venne eletta Lucia Bosé, il titolo di Miss Sorriso fu assegnato a Bianca Maria Reina figlia del direttore sanitario dell’Ospedale di Lodi e già studentessa al Liceo Verri.
Nel 1951 una delle selezioni periferiche si era svolta nel mese di luglio alle Terme di Miradolo. Solo un improvviso violento temporale con tuoni, fulmini, scrosci di acqua mista a grandine (che ora provocherebbe interruzioni stradali, allagamenti, provvedimenti governativi per calamità naturali) impedì che Miss Miradolo fosse eletta un robusto e tutt’altro che femmineo giovanotto barasino.
All’origine dello scherzoso episodio, se non ricordo male (sono passati 63 anni!) c’era stata una scommessa goliardica nell’irripetibile ambiente del solito Caffè Gatti.
Il volontario protagonista del... “blitz” non poteva essere altri che Paolo M. che, oltre ad essere il più spiritoso, il più generoso, il più disponibile del nostro clan, aveva già indossato, per pura provocazione stanti le sue... forme, abiti muliebri durante una delle riviste studentesche che si allestivano nell’ex chiesa di Santa Marta con la supervisione di don Nicola.
Le sorelle Clara e Stefania P. erano fra le ragazze più eleganti del paese, sempre “à la page” con gli ultimi dettami della moda. Alle loro sapienti mani e cure e al loro assortito guardaroba affidammo Paolo e le sorti della “beffa”.
Fu una lotta titanica fra le prorompenti forme di Paolo e capi firmati delle eleganti spiritose sorelle armate di spille, aghi, cotone, ovatta, gomma piuma e quant’altro. Alla fine, con l’ausilio determinante di una provvidenziale “guêpière“ scovata in un vecchio armadio, Paolo apparve agghindato in un “look” adatto alla bisogna anche se del tutto caricaturale, alla... legnanese “ante litteram”.
Con una gonna rossa molto attillata, una camicetta blu, un foulard di seta a mo’ di cintura, dei sandali alla schiava dai quali uscivano alluci...osceni, una collana variopinta e vistosa al collo e una parrucca biondo cenere, al braccio dell’altrettanto spiritoso Umberto B. serioso funzionario dell’Ufficio Imposte, Paolo fece il suo ingresso al parco delle Terme e si diresse, fra la divertita ilarità dei compaesani, verso la pista da ballo.
Dopo il suo primo e forse unico ballo (Paolo... non sapeva danzare!) fu subito segnalato alla giuria, presieduta dall’ingegnere Filippo T. proprietario delle Terme, ma della quale facevano anche parte un paio di...nostri referenti al corrente della progettata burla e che ben conoscevano Paolo e il suo cavaliere. Il tifo calcistico della maggior parte dei presenti e il voto dei due autorevoli giurati barasini che avevano coinvolto anche altri divertiti membri della giuria, malgrado l’ovvia irata opposizione del povero ingegnere Filippo T. paonazzo, balbettante, afono e sull’orlo di una crisi di nervi, riuscirono a far sì che Paolo entrasse nel novero delle tre finaliste candidate al titolo di Miss Miradolo. Sul palco dell’orchestrina dei divertiti musici Teresio e Cavallini, le altre due finaliste davvero avvenenti ed eleganti non meritavano certo il paragone e l’accostamento con Paolo, sempre più ammiccante e sculettante, e nervosamente masticavano, ignare, caramelle al blu di mitilene dagli esiti devastanti per il loro sorriso, graziosamente loro offerte da uno dei nostri.
Poi mentre i giurati stavano provvedendo all’oramai scontato conteggio delle preferenze espresse con urla e alzate di mano e quasi al momento della proclamazione, che se non avesse sfociato nell’elezione di Paolo avrebbe certo provocato disordini e sconquassi, Giove Pluvio e Tonante salvò il... prestigio del concorso e le arterie pericolosamente tese dell’ingegnere Filippo T. in un fuggi fuggi verso i ripari e tettoie, nel buio squarciato da lampi e fragori di tuoni.


 


IL PONTE - foglio dinformazione locale di SantAngelo Lodigiano