Da Sonny Rollins… per Lorenzo Rota!
“Seconda puntata” e omaggi dal musicista
di Harlem al compositore barasino


Ci sono storie che si vorrebbe non finissero mai, che sono a volte frutto della fantasia o di sogni sfumati nel nulla. Altre invece, si concretizzano, diventano reali e sembra che a tratti ci coinvolgano, e ci esortino a fare di più. Come la corrispondenza telematica intrapresa tra il musicista di casa nostra, Lorenzo Rota, e nientemeno che Sonny Rollins, mito vivente del jazz e ormai ottuagenario portavoce della musica dell’Afro – America, che trova allora un altro riscontro nell’estate appena trascorsa.

Una vicenda che vede una puntata precedente, allorché proprio Rota ebbe l’azzardo di inviare, tramite canali mail ufficiali, una sua composizione al mostro sacro del jazz americano. L’antefatto, fulminante afflato artistico, proprio il concerto “rollinsiano” all’Umbria Jazz Fest del 2012, dalla cui esperienza il jazzista barasino trasse ispirazione per la stesura di This Is Love, un suo pezzo nella vena stilistica di Rollins e del quale afferma lo stesso Rota: “..la convinzione che quel brano fosse nato per Rollins”. Lorenzo, che è anche insegnante di musica, in un remoto cenno forse ormai non ci sperava affatto, ma il “… perché no?” che pervade ogni brillante iniziativa trova la sua risposta quando è proprio Bret Primack, penna tra le più autorevoli nella critica americana di settore e portavoce di Rollins a confermare il linguaggio universale della musica nella stesura dell’italiano, ritenuta come “particolarmente affascinante” e al vaglio del celeberrimo Mr. Rollins. Tanto bastava, che infervorato dalla spinta propulsiva che solo un mito può dare, altri brani (So Miles, Horsemen’s Rides, Five Money Blues e A Sweet Fellow) escono dal “classico” cassetto di Rota ad omaggiare il grande performer, nel mentre che un’altra fantastica menzione giunge stavolta proprio da Sonny Rollins in persona, a definire Lorenzo: “a very talented composer (un compositore davvero talentuoso)”! Qualcosa che non trova pari, e che incorona il musicista barasino nell’auspicabile traguardo di prossima pubblicazione o dialogo compositivo.
Matteo Fratti

 

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