La lotta agli incendi a Sant’Angelo
L’interessante studio di un vigile del fuoco sui documenti dell’Archivio storico
Il lungo percorso per l’acquisto di una macchina idraulica nel corso del XIX secolo



E’ firmato da Alessandro Daccò, vigile del fuoco santangiolino, l’interessante lavoro di ricerca effettuato presso l’Archivio storico di Lodi, che lo ha portato a datare la nascita del - presumibile - primo servizio antincendio di Sant’Angelo. “Il Ponte” presenta la ricerca, molto corposa e dettagliata, pubblicando ampi stralci del lavoro originale consegnatoci da Daccò.

Da una ricerca effettuata negli archivi storici di Lodi sono emersi nuovi documenti riguardanti l’acquisto di una “macchina idraulica per spegnere gli incendi” da collocarsi nel comune di Sant’Angelo. La nascita del servizio antincendi del nostro paese è dunque da far risalire a parecchi anni prima del 1891, anno di fondazione del corpo dei pompieri finora preso in considerazione.
Dobbiamo fare un salto indietro fino ai primi decenni del XIX secolo quando a Sant’Angelo, come nella maggior parte dei comuni del circondario, non esistevano né mezzi né organizzazioni finalizzate alla lotta contro il fuoco. Quando si verificava un incendio, che veniva segnalato dal suono delle campane a martello, ci si affidava alla solidarietà spontanea offerta da coloro che accorrevano, chi con brente, chi con secchie, chi con altri mezzi di fortuna. Se poi l’incendio assumeva proporzioni considerevoli si chiedeva aiuto a Lodi, dove esisteva un corpo di pompieri attrezzato con macchine idrauliche. Possiamo immaginare però quanto tempo fosse necessario prima che queste macchine giungessero sul luogo del sinistro.

I tentativi iniziali

Nel 1833 la Lombardia era governata dagli austriaci e faceva parte del Regno Lombardo-Veneto, suddiviso in due territori separati dal fiume Mincio, il governo Milanese e quello Veneto. Ciascun governo era diviso in province e ciascuna provincia in distretti. Il territorio soggetto al governo di Milano fu ripartito in nove province tra le quali la provincia di Lodi e Crema, suddivisa a sua volta in nove distretti ognuno dei quali aveva un suo capoluogo. Ogni distretto era amministrato da un Cancelliere del Censo che dal 1819 fu chiamato Commissario Distrettuale. Sant’Angelo era il capoluogo del terzo distretto comprendente i comuni di Bargano, Bonora, Cà dell’Acqua, Caselle, Castiraga da Reggio, Cazzimano, Fissiraga, Guazzina, Marudo, Massalengo, Mongiardino, Orgnaga, Trivulzina, Valera Fratta, Vidardo e Villa Nuova.
L’8 marzo 1833 il governo di Milano indirizzò alla Delegazione Provinciale di Lodi un dispaccio nel quale invitava la Delegazione a “informarsi e voler riferire quali comuni, specialmente quelli ove è presente un magazzino militare, fossero provvisti di macchine idrauliche per spegnere incendi e dove fosse il caso che venisse loro insinuato di provvedersene”. Il 3 dicembre 1833 quindi la Delegazione Provinciale inviò al Commissario del III distretto di Sant’Angelo una circolare ”perché sollecitamente proponga alle deputazioni comunali dei comuni più popolosi e più forniti di mezzi, l’acquisto degli oggetti di cui si parla”.
Il Commissario di Sant’Angelo il 22 dicembre 1833 si rese disponibile alla provvista della macchina idraulica purché tutti i comuni del Distretto avessero concorso alla spesa; tuttavia, fino ad allora, solo i comuni di Caselle, Valera e Villa Nuova avevano espresso il loro parere, tra l’altro negativo. Il 21 febbraio 1834 il consiglio comunale di Sant’Angelo presieduto dal sindaco Bondioli, avendo approvato a maggioranza la proposta d’acquisto di detta macchina, chiese al Commissario Distrettuale l’approvazione. I documenti ritrovati lasciano dedurre però che il progetto di acquistare la macchina idraulica si arenò: infatti la maggior parte dei comuni del Distretto, a causa delle difficoltà economiche dell’epoca, trovarono tale spesa superflua ed elevata.


Macchina idraulica costruita da Pietro Cefis

I numerosi rifiuti

Dobbiamo allora fare un salto in avanti di alcuni anni per ritrovare nuovi documenti inerenti al progetto. Il 2 giugno 1843 è ancora il governo Milanese ad inviare alla Delegazione Provinciale di Lodi la nota indicante ”l’importanza di far prevenire i danni (…) degli incendi (...). Il governo autorizza la Delegazione Provinciale a voler esplorare il voto dei convocati e consigli comunali se credessero fosse il caso di far acquisto di una o più pompe idrauliche”. Il 4 luglio 1843 la Delegazione Provinciale invitò il Consiglio del Distretto di Sant’Angelo a voler discutere l’oggetto. Il Consiglio del Distretto successivamente informò la Delegazione Provinciale che sentiti i comuni, escluso quello di Sant’Angelo, era emerso un rifiuto a tale acquisto in quanto quasi tutti gli stabili e i “cassinaggi” dei comuni erano assicurati contro il fuoco.
Qualche mese più tardi il consiglio del comune di Sant’Angelo informò però la Delegazione Provinciale che era stato approvato l’acquisto della macchina idraulica, rinviando però tale spesa ad un momento migliore vista la “disagiata” condizione finanziaria. Non conosciamo i risvolti di questi ultimi fatti e dovremo arrivare al 1852 per ritrovare documenti riguardanti la questione delle macchine idrauliche, deducendo che la situazione sia rimasta invariata per alcuni anni.
Il 9 gennaio 1852 la Delegazione Provinciale di Lodi scriveva al Commissario del Distretto di Sant’Angelo, indicando che in ragione dei recenti incendi sviluppatisi in zona sarebbe stato conveniente l’acquisto di due macchine idrauliche. La spesa non venne stimata superiore alle 2400 lire austriache e per il loro utilizzo si sarebbero potuti far istruire dai pompieri di Lodi sei individui, che avrebbero percepito un compenso annuo di lire 50 per la manutenzione e di lire 3 giornaliere nel caso di estinzione di incendi, oltre al vitto. Si invitava il commissario distrettuale a sollecitare le deputazioni comunali facenti parte del Distretto a voler discutere tale circolare nella loro prima convocazione. In risposta a quanto sopra, il Commissario Distrettuale il 6 agosto 1852 comunicò che era stato proposto tale acquisto. I pochi comuni che si erano adunati, tra cui il capoluogo, avevano approvato tale proposta, tant’è che si era già provveduto a contattare l’idraulico Luigi Zappa di Milano perché fornisse un progetto ed il relativo preventivo delle macchine idrauliche da lui prodotte.

Un primo spiraglio

Anche questa volta, però, deduciamo che il progetto non venne attuato, visto che le circolari emanate dalla Delegazione Provinciale per fare pressione sul Commissario Distrettuale di Sant’Angelo si fecero via via più frequenti.
Il Commissario, il 30 giugno 1854, interpellò nuovamente le deputazioni comunali del Distretto e questa volta i comuni di Bargano, Graffignana, Marudo, Valera, Vidardo e Triulzina si associarono a Sant’Angelo che, il 15 luglio, riconfermò quanto già deciso e cioè di voler acquistare una sola macchina idraulica con i relativi accessori ed un numero adeguato di secchie di cuoio, viste le sfavorevoli condizioni economiche. Nella sua lettera di riconferma, inoltre, il comune di Sant’Angelo pregava il Commissario di voler fare in modo che anche Castiraga, Cazzimani, Guazzina e Ca dell’Acqua, in quanto confinanti con il capoluogo, venissero a concorrere alla spesa.
Il 21 dicembre 1854 la Delegazione Provinciale di Lodi, in attesa di riscontri circa l’esame dei progetti delle macchine idrauliche del costruttore Zappa di Milano, indicò al Commissario di voler sottoporre all’osservazione anche i progetti fatti pervenire all’ufficio tecnico provinciale dal macchinista idraulico di Lodi Pietro Cefis. Dopo aver interpellato le deputazioni comunali del Distretto, il Commissario Distrettuale il 3 marzo 1855 redasse un rapporto dal quale emergeva che al progetto di Luigi Zappa, che avrebbe fornito una macchina idraulica al prezzo di lire 2200, si preferì il progetto del Cefis che si sarebbe impegnato per la costruzione di una macchina posta su carro a quattro ruote al prezzo di lire 1750.
Il 26 marzo 1856 la Deputazione Provinciale approvò che il Distretto di Sant’Angelo si dotasse di una macchina idraulica e invitò il Commissario Distrettuale a ribadire alle deputazioni comunali che rifiutavano l’associazione “la convenienza di avere nel capoluogo detta macchina” dichiarando che “qualora venissero a deliberare negativamente al concorso nella spesa, supplirà la Deputazione Provinciale”.
Si dovrà arrivare all’anno successivo perché venga autorizzata definitivamente dalla Delegazione Provinciale la provvista di una sola macchina, per ora ritenuta sufficiente considerato l’insistente rifiuto di buona parte dei comuni del Distretto.

Finalmente il contratto

Il 27 marzo venne stipulato il contratto fra il Distretto di Sant’Angelo e Pietro Cefis di Lodi, che si impegnò a costruire una macchina per l’estinzione degli incendi posta su un carro a quattro ruote, completa di accessori, 12 secchie in cuoio ed una scala in tre pezzi da consegnarsi a proprio carico entro il mese di agosto del successivo anno. Nel contratto venne definito pure che il Cefis avrebbe prestato gratuitamente la manutenzione per un biennio.
Il 19 giugno 1857 il Commissario Distrettuale invitò la deputazione comunale di Sant’Angelo a individuare nel capoluogo un locale idoneo al ricovero della macchina e degli attrezzi. Il 12 luglio dell’anno successivo Cefis comunicò al Commissario Distrettuale che la macchina era pronta. Venne individuato un locale idoneo all’uso di rimessa per la macchina, attiguo alla caserma della Imperial Regia Gendarmeria, nel cortile di casa “Pollarani”, che dopo qualche anno sarebbe diventata la sede del municipio di Sant’Angelo nell’attuale viale dei Partigiani. Il giorno della consegna sarebbe stato giovedì 22 luglio.
A questo punto possiamo affermare che, dopo un iter durato venticinque anni e costellato da molte difficoltà, Sant’Angelo e il suo circondario nel caso si verificasse un incendio potevano far conto su una macchina idraulica e su un gruppo di persone addestrate e pronte ad accorrere a prestare la loro opera. Non siamo in grado, per la mancanza di documenti, di dare un’identità a questi individui.
Alessandro Daccò

IL PONTE - foglio d'informazione locale di Sant'Angelo Lodigiano