SCAFFALE
a cura di Antonio Saletta


Da questo numero de “Il Ponte” dedichiamo uno spazio a quelle pubblicazioni giunte in redazione o di cui siamo a conoscenza, in cui viene citata la nostra borgata.

 

MEMORIA DI PIETRA

Dal 1998, l’Ilsreco (Istituto lodigiano per la storia della Resistenza e dell’età contemporanea) ha prodotto ben 28 pubblicazioni con il titolo di “Quaderni dell’Ilsreco”.
Dalle prime pubblicazioni confezionate a punto metallico, si è passati a veri e propri volumi come il n. 27, dal titolo “Memoria di pietra. Monumenti, cippi e lapidi dedicati alla memoria dei partigiani, patrioti, deportati e antifascisti caduti nel Lodigiano e altrove”.
Una ricerca scrupolosa e impegnativa quella dell’autore del volume Gennaro Carbone, che ha setacciato palmo a palmo tutto il Lodigiano consegnandoci un completo repertorio fotografico, completato da schede biografiche di questi uomini e donne caduti per la libertà.
Le schede sulla nostra borgata, oltre a persone che si opposero al nazifascismo come Umberto Biancardi, Mario Flaim, Polli e Daccò, contengono notizie di deportati in Germania poco noti, che pur abitando a Milano sono nati a Sant’Angelo Lodigiano: Secondo Brizzi nato il 17 novembre 1902, operaio alla Caproni, deportato a Mauthausen dove muore il 9 dicembre 1944; Vittorio Pietro Vigorelli nato l’11 novembre 1912, deportato a Mauthausen dove muore il 22 aprile 1944; Pietro Lampugnani nato il 30 novembre 1913, magazziniere alla Pirelli, catturato in seguito agli scioperi, deportato a Reichenau e morto a Erfurt-Kahla il 7 dicembre 1944.
Un libro, come scrive Edgardo Alboni, presidente onorario dell’Anpi provinciale di Lodi, nella presentazione al volume, che «…ci consente di capire meglio la verità storica della Resistenza antifascista e della partecipazione popolare alla lotta di Liberazione dall’occupazione tedesca».

 

VITE NEL CONO D’OMBRA DELLA STORIA

Sempre nella collana “Quaderni dell’Ilsreco” è in libreria il n. 28 della serie, dal titolo “Vite nel cono d’ombra della storia. Il carcere di Lodi nell’Ottocento e prima metà del Novecento”.
Ercole Ongaro, scrittore conosciuto per i numerosi saggi di storia contemporanea, si cimenta in una ricerca storiografica sulle carceri di Lodi, con lo scopo di raccontare le vicende degli uomini più disagiati, la fascia di popolazione di cui, da sempre, fa parte la maggioranza dei detenuti.
Le vicende di questi uomini e donne si dipanano all’interno delle varie dislocazioni del carcere a Lodi, fino all’attuale sede di via Francesco Cagnola.
Non mancano citazioni di santangiolini reclusi per vari reati: rapina e lesioni, di natura sessuale, per favoreggiamento ai partigiani e per fini politici.
Per “canti sediziosi e antipatriottici” la motivazione dell’arresto di cinque barasini (classe 1900-1901), fermati il 22 febbraio 1918 nel nostro paese, seguiti il 28 febbraio da altri tre loro compaesani (classe 1901-1903), processati il 2 marzo e usciti quello stesso giorno. Accusati di avere commesso “un fatto deprimente per lo spirito pubblico”, cantando strofe del tipo: “La classe 900 son giovanotti fieri, al grido di Savoia si danno prigionieri” ed altre molto più scurrili, sono assolti perché il fatto è giudicato una forma lieve di violazione ai decreti allora in vigore.
Una ricerca storica veramente interessante e documentata che, per dirla con l’autore, assume: «…una dimensione inesplorata della storia: uno sguardo dal basso, una narrazione di realtà finora taciuta».

IL PONTE - foglio d'informazione locale di Sant'Angelo Lodigiano