Dagli archivi la vera storia di Casanova e Angela Gandini

Gli inediti riscontri documentari ad opera dello studioso fiorentino Stefano Feroci sulle vicende e i personaggi con protagonista il celebre avventuriero Giacomo Casanova durante il soggiorno nel castello della nostra borgata nel marzo 1763.

Stefano Feroci è nato a Firenze e vive a Fiesole, amante della letteratura e dell’Histoire de ma vie di Giacomo Casanova, è un casanovista appassionato e collabora con gli specialisti del settore. Ha pubblicato Sulle orme di Casanova nel granducato di Toscana.

,Anche se molti santangiolini sanno che fra i personaggi illustri ospitati dai Bolognini presso il loro castello vi fu Giacomo Casanova, non tutti sono a conoscenza del fatto che il grande amatore poteva terminare i suoi giorni e la sua carriera d’avventuriero proprio a Sant’Angelo Lodigiano.
Ospite della famiglia Bolognini nel marzo del 1763, il grande amatore s’innamorò, ricambiato, della giovane Angela Gandini che abitava nel castello di Sant’Angelo con la sorella Onorata, sposa del giovane Paolo Bolognini. Proprio nell’ultima sera che passarono insieme al castello, prima di partire, l’avventuriero disse ad Angela le seguenti parole: Partirò adorandoti e se la fortuna in In-ghilterra mi sarà favorevole, l’anno prossimo mi vedrai di nuovo qui. Comprerò un possedimento dove vorrai e te lo donerò sicuro che me lo porterai in dote, e i nostri figli saranno la nostra delizia.
La fortuna gli fu avversa e l’avventuriero non tornò mai più a Sant’Angelo, terminando la sua esistenza nel castello di Dux in Boemia, dove scrisse le sue famose memorie, nelle quali dette la vita a una serie di personaggi della cui esistenza non avremmo altrimenti mai sentito parlare.
Fra questi personaggi, uno dei più vivi è Angela Gandini, Clementina come la chiama nelle memorie per mascherarne l’identità; innocente e dolcissima ventiduenne che sedusse e fu sedotta dal grande amatore. Casanova scoprì, infatti, di avere per la giovane non solo un’attrazione passionale ma anche una grande affinità intellettuale e spirituale: Angela lo sorprendeva piacevolmente con le sue cognizioni letterarie e mitologiche, rimaste fino ad allora nascoste.
Questo amore e il soggiorno a Sant’Angelo Lodigiano sono ricordati con piacere e rimpianto dall’avventuriero, che scrisse fra l’altro: …non ho potuto dimenticare Clementina. Sei anni dopo, al mio ritorno dalla Spagna seppi e piansi di piacere, che viveva felice, marchesa di…, nella città di…, sposata da tre anni...
A parte l’identità, poco era conosciuto fino ad oggi di Angela Gandini, della sua famiglia e degli altri aspetti storici del soggiorno di Giacomo Casanova a Sant’Angelo, ben raccontati nel bel libro del santangiolino Achille Mascheroni “Casanova, liturgia della seduzione”.
Per questo abbiamo cominciato una serie di indagini storiche, tuttora in corso, delle quali facciamo partecipi i lettori invitandoli a contribuire con lettere, documenti o qualsiasi altra fonte storica di approfondimento.
Ringraziamo monsignor Gianfranco Fogliazza della parrocchia di Sant’Angelo per averci concesso l’autorizzazione ad esaminare l’archivio parrocchiale e Antonio Saletta, addetto all’archivio, per la competenza e la passione che lo hanno accompagnato nella ricerca dei documenti d’archivio.

I Gandini della cascina Gervasina

Angela Gandini nacque il 15 luglio 1741 da Fabrizio Gandini e Costanza Cipelli alla Cascina Gervasina dove abitò, sulla base dei documenti raccolti negli “Stati delle Anime” disponibili, almeno fino al 1757. Nello stesso anno la sorella Onorata di anni 17, sposa di Paolo Attendolo Bolognini, abitava al castello dove si era trasferita dopo il matrimonio avvenuto il 30 marzo dello stesso anno. Non sono purtroppo disponibili gli “Stati delle Anime” del 1763 per testimoniare della presenza di Angela al castello nell’anno della visita di Casanova e nessuna traccia abbiamo trovato nei documenti parrocchiali dell’altra sorella Fulvia, che fu testimone delle schermaglie amorose del cavaliere di Seingalt (come amava farsi chiamare Casanova) con la sorella Angela.
Fulvia si fece monaca professa nel monastero SS. Cosma e Damiano di Lodi e morì all’età di 77 anni nel 1814, nella parrocchia di San Lorenzo. E a proposito di monache, non si erano mai trovati riscontri documentali riguardo a una visita che Casanova afferma di avere fatto, con il conte Bolognini e la famiglia, a un convento di clausura di Sant’Angelo.


particolare del catasto teresiano del 1760 di Sant’Angelo, con la localizzazione del convento delle Cappuccine e chiesa (particelle, nella parte inferiore, contrassegnate dal numero 1398 e accanto quella con la lettera N e croce)

La “bella penitente”

La famiglia Bolognini, che aveva diritto esclusivo a visitare il convento, portò il grande amatore a vedere la bella penitente: una ragazza allegra che aveva vissuto due anni a Milano e con una tal fama di bellezza che venivano dalle città vicine apposta per vederla. L’imperatrice Maria Teresa, che non aveva mai potuto perdonare le bellezze mercenarie, la fece rinchiudere in convento dopo averla fatta arrestare.
La giovane, a cui in convento era stato assegnato il nome di Maria Maddalena, racconta Casanova, quando lo vide gli urlò quasi impazzita di andarsene perché lui era il peccatore e tentatore che, più di lei, avrebbe meritato di essere rinchiuso. Questa scena, narra, turbò tutti i visitatori e lo stesso Casanova, che se ne andò con le lacrime agli occhi.
I documenti trovati all’Archivio Arcivescovile di Lodi mostrano che a Sant’Angelo, nel Seicento, fu fondato un convento di Cappuccine detto di S. Chiara, soppresso nel 1790 e in seguito demolito. Inoltre, a possibile conferma della veridicità delle memorie casanoviane, è incluso nell’elenco delle monache presenti nel convento nel 1763, in ultima posizione, il nome di Maria Maddalena Tibaldi. Entrata in convento nel 1761, Maria Maddalena vi rimase fino al 1764 e poi se ne persero le tracce.
I documenti del convento evidenziano la durezza delle regole, le difficoltà economiche e lo scarso numero delle monache che causarono la soppressione del convento. Le ultime vestigia dell’edificio sono oggi rintracciabili nel negozio di fiori, posto all’angolo di viale Partigiani e via monsignor Rizzi.

Il matrimonio con Bassiano Nepoti

Dalla “bella penitente” ritorniamo alla dolce Angela Gandini, di cui avevamo perso le tracce e che ritroviamo il 19 dicembre del 1769, giorno del suo matrimonio, nell’Oratorio pubblico di S. Stefano nella frazione di Maiano (di proprietà dei conti Bolognini), poco distante dalla cascina Gervasina dove nacque. Angela sposò Bassiano Nepoti, figlio di Carlo, nato e abitante in parrocchia di San Lorenzo di Lodi, nella quale andarono poi a vivere i due sposi, insieme alla madre di lei, Costanza Cipelli. Nel 1771 nacque il loro primo figlio Joanny Lorenzo, nel 1773 Jospeha Costantia, nel 1774 Petrus Philippus.
Insomma, dopo il “ciclone” Casanova, che sconvolse la tranquilla vita di provincia della giovane Angela, l’esistenza prese un andamento tranquillo e familiare. Lo testimoniano anche gli atti del notaio Filippo Pandini di Lodi, nei quali troviamo il testamento della madre di Angela, Costanza Cipelli che morì il 1 luglio del 1791, e una serie di atti di affitti e compravendite di proprietà agricole del marito di Angela Gandini e della madre. Citiamo, come curiosità, che in una compravendita la madre di Angela scontò il prezzo della casa per: far celebrare ogni anno sino in perpetuo la Messa ebdomadaria in qualunque giorno di lunedì nell’oratorio di Riollo ordinata dal nob. Si. Antonio Lodi nel suo testamento ricevuto dal fu nob. sig. Bassiano Cipelli il 28 gennaio 1707.
I documenti del notaio Filippo Pandini ci fanno poi scoprire che nel 1803 Don Bassiano Nepoti, marito di Angela, era malato e impossibilitato a muoversi, tanto che la pretura di Lodi deputò il figlio come amministratore dei beni del padre.
Poi, con grande sorpresa, siamo venuti a conoscenza che dieci anni prima, nel 1793, Angela Gandini era intervenuta con il proprio patrimonio in aiuto del conte Alessandro Bolognini, che era stato obbligato a versare la dote della sorella contessa Matilde al suo sposo conte Marco Serbelloni.
Questo atto notarile ci conferma, ancora una volta, la veridicità delle parole di Giacomo Casanova sulle cattive condizioni economiche dei castellani Bolognini ed è segno del cambiamento dei tempi, che avrebbero portato alla decadenza delle grandi famiglie nobili e all’affermazione della borghesia, a partire dalla Francia, con il grande evento della rivoluzione francese.
Stefano Feroci


IL PONTE - foglio d'informazione locale di Sant'Angelo Lodigiano



colonna con capitello e arco appartenente al convento delle Cappuccine posti nell’attuale negozio di fiori di viale Partigiani

 


elenco delle monache presenti nel convento delle Cappuccine a Sant’Angelo nel 1763, dove è incluso il nome di Maria Maddalena Tibaldi, la possibile “bella penitente” citata da Giacomo Casanova.