“L’impegno quotidiano per lo sviluppo della città”

(dalla home page) Colloquio con Gino Pasetti, per ventiquattro anni sindaco di Sant’Angelo


In molti a Sant’Angelo considerano Pasetti il “sindaco delle opere pubbliche”. Durante i suoi mandati sono stati avviati e conclusi innumerevoli interventi. Impossibile elencarli tutti. Tra i più significativi spiccano l’acquisto del terreno per la costruzione del villaggio “Pilota”, le realizzazione della scuola elementare di viale Montegrappa, l’ampliamento della vecchia scuola elementare di via Morzenti. E ancora, l’ampliamento della scuola media Baracca di viale Partigiani, la costruzione della piscina comunale, la costruzione di alloggi popolari in via San Martino e Lazzaretto, la costruzione della caserma dei carabinieri, l’acquisto del vecchio ospedale Delmati, la costruzione della palestra di piazza Duca degli Abruzzi e l’acquisto di villa Cortese.
Tra gli interventi più importanti dell’esperienza amministrativa di Pasetti ci sono poi la fondazione della Metano Sant’Angelo, l’istituzione della farmacia comunale con la costruzione della sede, l’istituzione delle sezioni staccate dell’istituto tecnico “Volta”, dell’istituto magistrale “Maffeo Vegio”, e dell’istituto tecnico commerciale “Bassi”, che diventerà, in seguito, sede autonoma. Di grande rilevanza l’ottenimento, nel 1980, della scuola per “addetti alle industrie molitorie e della panificazione”, collocata nell’edificio di Villa Redentore a Vigarolo. I corsi saranno poi assorbiti dall’istituto Villa Igea di Lodi.
Pasetti, unitamente alla parrocchia di Sant’Angelo, ha poi gettato le basi per la nascita del Fraterno aiuto cristiano (Fac), ed è stato tra i principali animatori di Africa Chiama.
Tra gli incarichi di Pasetti figurano la presidenza del Comitato sanitario di zona e quella del Consorzio Intercomunale di vigilanza, igiene e profilassi. Inoltre è stato consigliere del Consorzio provinciale per il miglioramento delle condizioni socioeconomiche del Lodigiano.
A seguito del grave inquinamento del Lambro, Pasetti è stato in prima linea: ha denunciato la situazione a livello provinciale, regionale e nazionale, ma soprattutto è stato tra i fondatori del Consorzio intercomunale che è poi diventato il celebre Basso Lambro di Sant’Angelo. In campo economico, Pasetti è stato consigliere dell’Unione commercianti di Lodi.
In un atto ufficiale del comune di Sant’Angelo, si legge che “in considerazione delle tante benemerenze in campo politico, sociale, filantropico e commerciale, il 2 giugno 1972 il presidente della Repubblica ha conferito al dottor Pasetti il titolo di Cavaliere ufficiale al merito della Repubblica Italiana”. Più tardi, sarà insignito dell’onorificenza di commendatore.
Lo scorso 17 gennaio il comune di Sant’Angelo gli ha conferito la riconoscenza civica. In occasione della consegna, il dottor Pasetti ha concesso una lunga intervista a “Il Ponte”, nella quale ha ripercorso gli ultimi cinquant’anni di vita politica e amministrativa di Sant’Angelo.

LR

Dott. Pasetti, se non le spiace vorremmo iniziare da qualche nota biografica…
Sono nato nel 1922 da una famiglia di cordai. Già il nonno si occupava di corde. Io però ho voluto studiare e infatti con l’amico Piero Boggi mi sono iscritto all’Università Cattolica a Milano. Abbiamo scelto Giurisprudenza… forse perché pensavamo fosse più facile. La laurea l’abbiamo però presa all’Università di Genova dove abbiamo ultimato il nostro corso di studi, scegliendo di appoggiarci a casa del fratello di Piero che insegnava a Genova. Era un piacere studiare sul lungomare di Nervi….

Ha preso la laurea in Legge ma poi ha fatto il commerciante, com’è andata?
Dopo la laurea ho fatto per un po’ di tempo il giudice conciliatore a Lodi. Li mi offrirono la possibilità di continuare a lavorare nel campo della magistratura ma rifiutai. Mio padre aveva un negozio a Pavia dove vendevamo corde e spaghi e scelsi di rimanere con lui. All’epoca e fino a tutto il tempo della seconda guerra mondiale, gli artigiani della corda di Sant’Angelo avevano tantissimo lavoro. Gli stessi tedeschi commissionavano gli or-dini. Nel dopoguerra è però iniziato il declino: bisognava reggere la concorrenza delle grandi fabbriche che iniziavano a produrre filati e gli artigiani della corda col tempo hanno chiuso la loro attività. Anche noi, nel nostro negozio di Pavia abbiamo potuto continuare solo ampliando la nostra offerta vendendo anche altri articoli.

Poi c’è stata la sua passione per la politica, o meglio per l’amministrazione. Dove è nato questo interesse?
Non ho dubbi nell’indicare in don Nicola De Martino la persona che più ha influenzato certe scelte. Ho però iniziato ad interessarmi della cosa pubblica, senza incarichi ufficiali, perché chiamato dal dottor Antonio Moretti dell’amministrazione comunale provvisoria, subito dopo la fine della guerra. Mi chiese di collaborare con altri, in particolare con Mario Eusobio e Antonio Altrocchi, al rilancio della piccola scuola di arte industriale, originata dal lascito della contessa Bolognini. Una scuola di cui ci sarebbe bisogno ancora oggi.

Il suo primo mandato amministrativo è del 1952 quando ricopre l’incarico di vice sindaco e assessore alla istruzione. Che Sant’Angelo era quella degli anni ’50? Era un paese povero?
Non lo definirei un paese povero. C’era operosità, molta gente che si muoveva per lavoro… un migliaio di persone erano impegnate nel commercio ambulante, un altro migliaio andava a Milano a lavorare, altri vivevano della pesca nel Lambro, almeno finché si è potuto pescare… insomma ci si arrangiava. C’erano solo piccole attività artigianali, Sant’Angelo non è mai stata sede di grandi aziende, l’unica era il Cotonificio. La zona più povera era forse la Costa, che mancava di fogne e soprattutto di acqua potabile tanto che uno dei primi interventi fu quello di obbligare i proprietari a portare l’acqua almeno in ogni cortile. Erano anche gli anni nei quali l’allora assessore Maria Brunetti riuscì a fare istituire a Sant’Angelo, prima in Lombardia, una farmacia comunale, come pure era il periodo della metanizzazione del paese. Siamo stati il primo paese del Lodigiano ad avere il metano. A tale proposito è interessante sapere che almeno metà Sant’Angelo era stata predisposta per l’allacciamento alla rete del gas già prima del 1915… proprio alla Costa c’è una zona chiamata “gas” dove erano stati posti alcuni impianti. Ma non si può parlare di metano a Sant’Angelo senza ricordare l’amicizia tra Mario Beccaria ed Enrico Mattei, che veniva spesso da noi. Mattei non era un grande oratore, ma quando era fra amici - noi a Sant’Angelo ci trovavamo all’osteria della Porta - riusciva ad incantare se raccontava dei suoi viaggi intorno al mondo. Ci contagiava con il suo entusiasmo per la scoperta del metano a Caviaga oppure per la decisione di creare il polo economico dell’Eni a San Donato, un polo che è stato ed è ancora una importante fonte di lavoro anche per tanti santangiolini.

Nel corso dei suoi mandati, e parliamo principalmente degli anni Settanta, ha visto anche una Sant’Angelo in agitazione per i problemi dei pendolari e soprattutto per l’inquinamento del Lambro. Cosa si ricorda di quel periodo?
All’inizio degli anni Settanta era emerso a Sant’Angelo un forte malessere per quanto riguardava il problema dei trasporti pubblici su gomma con costi ritenuti eccessivi rispetto al trasporto su rotaia, e orari non adeguati alle esigenze dei tanti pendolari. Questo malessere è stato in qualche modo combattuto con atti amministrativi che hanno contribuito alla successiva nascita del Consorzio lodigiano dei trasporti, creato dagli enti pubblici del territorio. Per la situazione dell’inquinamento eravamo esasperati. Ci fu un’estate nella quale non si riusciva a respirare a causa dell’odore nauseabondo che proveniva dal Lambro, ridotto a canale per scarichi industriali, e dai campi circostanti dove venivano riversati liquami di ogni genere. Ci furono diverse manifestazioni spontanee con blocco del traffico, con le quali ho solidarizzato. Grazie alle proteste della gente è nato il Consorzio del Basso Lambro con il compito di realizzare i depuratori, vincendo non poche resistenze da parte di qualche amministratore del comprensorio.

Prima ha citato Enrico Mattei, un incontro importante. Lei ha conosciuto anche Bettino Craxi, ci racconta qualche aneddoto?
Ero amico di Craxi che da giovane era venuto a Sant’Angelo per 4 anni ad imparare qualcosa (il primo incarico pubblico di Bettino Craxi fu proprio quello di consigliere comunale per il Partito Socialista Italiano a Sant’Angelo, sotto la prima amministrazione Pasetti -ndr-). Mi ricordo che da Presidente del Consiglio mi rimproverava simpaticamente di aver dato la benemerenza del “Santangiolino” a Pietro Nenni e non a lui...

E con le opposizioni di casa nostra che rapporto c’era?
Ho sempre rispettato tutti e sono sempre stato rispettato.

Dott. Pasetti, ha dei rimpianti magari per cose che non è riuscito a fare?
Si, se penso a un paese che ha visto la chiusura di tutte le sue fabbriche, a un paese che non sempre ha saputo difendere le proprie cose. Sul piano sociale, con il senno di poi, giudico un errore la ge-stione del Quartiere Pilota nel quale si è riversata quasi tutta la popolazione della Costa, con una ricaduta so-ciale problematica. Poi mi sarebbe piaciuto vedere sviluppata un’idea che si è persa per strada: quella di realizzare un parcheggio nella zona della cascina Mottina con una passerella pedonale che, varcando il Lambro in prossimità del guado che sbuca in via Tonolli - per inciso ricordo che i guadi dovrebbero essere liberi e non chiusi - potesse raggiungere direttamente il centro di Sant’Angelo, un’opera del genere avrebbe potuto dare impulso alla vocazione commerciale del territorio.

La salutiamo con un ultima domanda: nella sua lunga carriera di sindaco ha fatto tante cose… ce n’è una in particolare per la quale vorrebbe essere ricordato?
Veramente l’unica cosa che vorrei è avere ancora l’età per realizzare quello che non sono riuscito a fare!

(Forum condotto da Giancarlo Belloni, Gabriella Bracchi, Angelo Pozzi, Lorenzo Rinaldi, Antonio Saletta)



Gino Pasetti in alcuni momenti del suo impegno di sindaco. Sopra con Lorenzo Buffon, il popolare portiere del Milan e della nazionale italiana di calcio, che ha risieduto a Sant’Angelo dal 1975 al 1982.
La consegna del “Santangiolino”, per le origini barasine della famiglia, al chirurgo Pietro Valdoni, considerato il fondatore della moderna chirurgia italiana.
Con il senatore Pietro Nenni, storico politico socialista, il 2 giugno 1973, ospite della nostra città.