Vandali in città, come rimediare?

il corsivo


“Tra il 16 e il 17 ottobre 2004 cinque sedicenni si introdussero nottetempo al liceo classico Parini di Milano e sigillando lavandini, scarichi e porte, aprirono tutti i rubinetti e allagarono la scuola. Il loro intento, saltare la verifica di greco, si tradusse in quasi cinquecentomila euro di danni e un processo con l’accusa di danneggiamento aggravato e interruzione di pubblico servizio. La vicenda ebbe un grande riscontro mediatico ma è stata soltanto la punta di un iceberg a fronte di quanto ormai troppo frequentemente succede anche in scuole meno blasonate o ai margini della cronaca nazionale.
Così anche da noi, presumibili o meno gli strascichi di un’emulazione già reiterata altrove, “Il Cittadino” del 17 agosto scorso titolava nelle pagine relative alla nostra città: “Vandali scatenati, la scuola va a mollo”. È del raid notturno della notte prima di Ferragosto alle scuole medie Cabrini di viale Montegrappa che si parla, e che si aggiunge agli episodi incresciosi che da qualche tempo a questa parte hanno avvelenato il clima di Sant’Angelo, da pochi anni diventata città senza che per questo sia realmente progredita.
Rischia allora di sfuggire di mano una situazione che non necessita di troppa pubblicità (a volte l’ingerenza dei media potrebbe ostacolare il recupero educativo), ma in merito alla quale si ha il dovere piuttosto di informare/essere informati e prendere atto che alcuni problemi persistono, data la più recente cronologia di vandalismi, equiparabili a quel che i titoli nazionali descrivevano tempo fa per realtà a noi “lontane”.
Affinché a progredire non sia soltanto la società fittizia promossa dalla televisione, ma la nostra stessa società reale e quotidiana, di un paese che non è più solo paese, è necessario che dei luoghi ci si riappropri insegnando a rivalutarli quali spazi del vissuto tra le persone, siano essi appunto città o paesi, strade o edifici. Non solo perché anche i danni dell’ultimo scempio di una notte di mezza estate gravano ora sulle tasche di noi tutti attraverso un’ingente spesa comunale di migliaia di euro, ma perché se ci si allontana dal pensare al bene comune come al bene proprio di ciascuno, si rischia di perdere quella preziosa affezione ai luoghi che permette di conservare le stesse identità locali e responsabilità civili. Elementi altrettanto preziosi costruiti proprio nella relazione ai luoghi e condivisibili (in termini non solo materiali) nello scambio con l’altro: all’ombra del campanile o sotto la torre, sulle piazze dei mercati o attraverso la storia del paese e dei suoi quartieri.
Si accetti pure allora di vivere una quotidianità globalizzata, se vogliamo, ma non sia questo il pretesto per rimandare ad altri una soluzione a quanto succede, chiudendosi in una realtà frammentata da mille rivoli senza responsabilità, sperando al più “che ci mettano un rimedio”. Chi ci deve mettere un rimedio? Si parta dalle famiglie, per arrivare agli educatori e attraverso la scuola a crescere la consapevolezza di quel che ci è dato, fino alla solidarietà di amici e conoscenti. Ma siamo noi che per primi dobbiamo pensare che, come ha detto qualcuno, paradossalmente, per amare un bene pubblico dobbiamo sentirlo un po’ “privato”. Solo allora emergerà quella stessa responsabilità che vorrebbe che fossero proprio gli autori di tali gesti a riconoscere e ricostruire (economicamente e materialmente) quanto è stato danneggiato: per rimettere a posto uno spazio, appropriarsene davvero, e guadagnarne una coscienza che forse, ancora non c’è.

Matteo Fratti

Per i lettori, crediamo sia di qualche interesse un sintetico riassunto degli atti di vandalismo registrati negli ultimi mesi a Sant’Angelo. Citiamo i più eclatanti avvenuti nella prima parte del 2009, quelli cioè che sono diventati di pubblico dominio. Partiamo dalle scritte apparse sui muri e sulle porte della basilica, con simboli quali “666” e croci rovesciate. È stato poi preso di mira l’oratorio San Luigi con lancio di sassi, incursioni notturne e un piccolo incendio appiccato a un cumulo di rifiuti depositati fuori dalla struttura.
Dopo questi episodi, è giusto ricordarlo, le autorità religiose hanno chiesto al comune interventi più incisivi per garantire controllo del territorio e sicurezza, anche la notte. Vandalismi sono stati compiuti inoltre al Chiesuolo: è stato rotto il lucchetto d’ingresso ed è stato colpito il tabernacolo. A cavallo di Ferragosto, infine, l’ultimo caso di vandalismo, forse il più clamoroso: la scuola media Santa Cabrini del quartiere San Rocco è stata allagata e il Comune per ripristinare la situazione e garantire l’inizio dell’anno scolastico ha stanziato 75mila euro.

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