Le ricerche di Giancarlo Sangalli: i numeri per capire la realtà

Giovani eccellenze santangioline


“No, non si è trattato di una fuga dall’Italia... né tanto meno sono restato per mancanza di alternative. La verità è che a Pavia si fa dell’ottima ricerca: un ambiente stimolante, colleghi molto competenti e motivati, possibilità di collaborazioni con studiosi di altre sedi prestigiose, in Italia e all’estero”. Giancarlo Sangalli, con tono pacato e sorridente, chiarisce subito che non tutta l’Università italiana è come la si dipinge, tra baroni, concorsi truccati e fondi inesistenti. Certo questi problemi ci sono; ma vi sono anche centri di eccellenza, come il Dipartimento di Matematica in cui lavora Sangalli. Il quale parla a ragion veduta: “Ho trascorso un anno, nel 2004, a Austin, la capitale del Texas. Un caldo che non puoi immaginare, ho capito laggiù la mania degli americani per l’aria condizionata! Si trattò di un periodo di ricerca presso la University of Texas, come sviluppo della mia tesi di dottorato. Ci torno tutte le estati per collaborazioni con i ricercatori americani, ma onestamente la qualità del lavoro accademico è la stessa che posso trovare a Pavia. Ecco, si tratta appunto di collaborazioni, ci tengo a sottolinearlo: vi è un rapporto paritario che arricchisce dal punto di vista professionale sia noi che loro”.
Insomma, un caso in cui l’Italia non ha nulla da invidiare all’America: per una volta, si è impedito a un brillante professore di emigrare e portare le sue competenze altrove. Competenze che nel caso di Giancarlo Sangalli sono di davvero notevole livello.
Inizia, infatti, come ricercatore presso il CNR (Consiglio Nazionale per Ricerche) a Pavia, all’interno dell’Istituto di Matematica Applicata e Tecnologie Informatiche. Come accennato all’inizio, comincia poi a lavorare al Dipartimento di Matematica dell’Università di Pavia, come professore associato presso la Facoltà di Ingegneria - posizione che ricopre da tre anni - dove insegna Analisi 1 per studenti di ingegneria edile-architettura; inoltre tiene corsi avanzati per la scuola di dottorato presso la Normale di Pisa, una delle università più blasonate d’Europa per gli studi in questo settore. Periodi di soggiorno all’estero - in Europa, o negli USA come visto - rappresentano un inevitabile corollario per ricerche di così alto profilo.
Ma da dove la passione per la matematica? “Andavo bene in matematica al liceo, era già tra le materie preferite. Tuttavia, scelsi in un primo momento di studiare ingegneria a Pavia. Nel momento però in cui iniziai a studiare con un gruppo di docenti di matematica - quelli con cui ora lavoro - decisi di cambiare facoltà. Era un gruppo di lavoro estremamente stimolante, che seppe focalizzare il mio interesse per questa disciplina. In particolare” continua Sangalli “fu decisiva la presenza del professor Brezzi, un matematico che ha dato contributi assolutamente fondamentali nel nostro campo”.
Dopo la laurea a Pavia, il dottorato a Milano, sempre con il professor Brezzi: “Era un dottorato gestito in consorzio da più sedi - tra cui Università di Pavia, Politecnico e Università Statale di Milano - della durata di quattro anni. Il titolo della mia tesi era ‘Analysis of numerical methods devoted to the advection-diffusion problem’, dunque tradotto verrebbe: ‘Analisi di metodi numerici per il problema di diffusione-trasporto’. È il progetto che poi sviluppai in Texas”. Giancarlo Sangalli spiega più nel dettaglio: “Mi occupo di analisi numerica. Studio equazioni differenziali alle derivate parziali. Mi rendo conto che solo chi ha compiuto studi di ingegneria, matematica o fisica ha una idea chiara di cosa sono. Possiamo dire che ci troviamo di fronte a equazioni che cercano di descrivere quantitativamente determinati fenomeni”. Per illustrare in modo il più chiaro possibile studi di tale complessità, decide di richiamare i precedenti articoli de “Il Ponte” riguardanti Pietro Cerri e Annalisa Quaini: “Si può dire che loro usano e applicano a casi concreti - guida automatizzata, dinamica dei fluidi - quello che io studio a livello più teorico. Analizzo le equazioni che stanno a monte dell’applicazione concreta - tramite l’ingegneria e la medicina, per citare due discipline - e che ne rappresentano il fondamento matematico. Precisamente, io mi occupo di risolvere queste equazioni utilizzando il computer”.
Pur conservando il tono pacato e cordiale che lo contraddistingue, si può ora scorgere chiaramente nelle parole di Giancarlo Sangalli il profondo interesse e passione nutriti per questa disciplina: “Quello che io considero il cuore dei miei studi è il fornire elementi che poi altri, nei più svariati campi, potranno utilizzare per risolvere i più diversi problemi”. Gli esempi che Sangalli fornisce sono innumerevoli: “Dalla fisica, all’ingegneria, alle scienze ambientali e biologiche, alla medicina in ultimo: ovvero tutto quello che potenzialmente è descrivibile secondo un’equazione matematica. Per esempio, la meteorologia si avvale di questo tipo di studi: relazione tra variabili (temperatura, pressione, velocità del vento, ecc..) che determinano certe condizioni atmosferiche piuttosto che altre. Oppure, pensiamo a settori in cui la ricaduta economica è enorme, come l’estrazione petrolifera. Vi sono equazioni che descrivono il processo di estrazione del petrolio rispetto ad alcune variabili: la natura del sottosuolo, la posizione dei pozzi, la forma del giacimento. Il tutto per redigere un’analisi costi-benefici per decidere se, ed eventualmente come, impegnarsi nello sfruttamento di quel giacimento”.
In ultimo, Sangalli illustra brevemente scenari e prospettive future: “L’unica cosa certa è che vi è ancora tantissimo lavoro da fare: il progresso tecnologico fornirà computer sempre più potenti e potenzialmente in grado di trattare equazioni sempre più complesse, sempre più vicine alla realtà delle cose. Tuttavia, noi matematici dovremo parallelamente comprendere la struttura di queste equazioni, ed indicare procedure per la loro soluzione”.
La matematica come la filosofia allora, come comprensione della realtà: la preziosa chiacchierata de “Il Ponte” con Giancarlo Sangalli si conclude così augurando al giovane professore santangiolino un brillante proseguimento nelle sue ricerche.
Massimo Ramaioli



Giancarlo Sangalli