In un turbine di citazioni la risposta alla politica degli intoccabili

Ironia sulla “Casta” in un libro di Sergio Pizzuti e Marco Raja


La “Casta” è la classe dominante, il baronato al potere, gli eletti, i padroni della guerra, quelli che decidono per loro e per i quali “la legge è uguale per tutti” ma non tutti sono uguali davanti alla legge: per dirla all’americana, la “Casta” è l’establishment, sulle spalle della gente comune.
Un termine agli onori delle cronache dopo l’omonimo libro di Sergio Rizzo e Gian Antonio Stella sulla stirpe privilegiata in Italia, che ha ispirato pure il gioco di parole nel titolo del presente volume “La Casta ci incastra”.
Il tocco artistico di Marco Raja, poeta e scrittore di San Fiorano (con un occhio di riguardo all’architettura del paesaggio e diverse opere alle spalle) e la sagace ironia di Sergio Pizzuti, segretario generale della Provincia di Sondrio (santangiolino di adozione e abilitato alla professione forense) incontrano il gusto per l’aforisma, la citazione, il detto, con una raccolta che mette alla berlina i governi e la burocrazia tota nostra giostrando anche i due concetti, quasi in-terscambiabili, con cui davvero “la Casta ci incastra”.
È evidente allora che le vittime siamo noi, quand’anche non ce ne accorgiamo, non sappiamo cogliere nel nostro dovere di satira ciò che ci rende liberi cittadini, capaci di denunciare il denunciabile come di allontanare il deprecabile. E se mettere un lavandino in un cortile è pur sempre una scelta politica, dacché la politica classicamente intesa è l’agire umano in società, ben sottolinea così Marco Raja del vero esercizio della democrazia. Parafrasando Aristotele, di lui nota: “L’uomo è per natura un animale politico, dimenticando di dire che i politici, per predisposizione, sono uomini, sovente esseri speciali, ovvero appartenenti a una razza eletta da persone che di eletto hanno solamente il buon senso per giudicarli e destituirli alla prossima elezione”.
Si assuma quindi che il bene è valore sì comune, a ben sperare nell’evoluzione della stessa classe politica verso quell’homo politicus venerabilis, che tanto utopico non sia, quando le critiche sono costruttive.
Lo confessa anche Pizzuti nell’altra sua personale introduzione, per cui: - “...ogni argomento è oggetto di considerazioni politiche: la scuola, la sanità, il giornalismo, l’amministrazione pubblica, i sindacati, l’economia e le finanze, il sistema bancario etc. Perciò ho scritto questo libro di satira, non per parlar male dei politici, ma per ironizzare sulla politica e sul potere, commentando cose sul potere dette o scritte da altri. Poi ho scritto anche sul mondo degli enti locali, sulla burocrazia, sia perché l’ho frequentato per molti anni, sia perché, come si dice, l’appetito viene mangiando”.
Flavio Oreglio, noto comico catartico e cabarettista di Zelig, ne suggella il testo con una prefazione, invitandoci a leggerlo per come più ci piace. Con la stessa libertà con la quale queste sottigliezze, sorridendo, ci fanno riflettere.
(Sergio Pizzuti, Marco Raja, La Casta ci incastra. Satire, epigrammi e riflessioni sulla politica e la burocrazia, Edizioni Giuridiche Simone, 14 euro)
Matteo Fratti.