Castello Bolognini, cosa bolle in pentola?



Poco verrebbe da dire, almeno alla luce degli scarsi progressi fatti finora per riaprire il maniero barasino.
Le novità più interessanti vanno dunque ricercate a Lodi, presso la sede territoriale della Regione Lombardia, dove nel mese di novembre si è svolto un tavolo di confronto tra i rappresentanti della Regione, della Provincia e della Fondazione Bolognini.
La sensazione è che non siano stati fatti passi avanti rilevanti, anche se perlomeno le parti si sono confrontate. L’interesse della Regione per la vicenda potrebbe però rappresentare una chiave di volta, anche se, l’assessore provinciale alla cultura Mauro Soldati, a margine dell’incontro, non ha pronunciato parole di ottimismo.
Ci sono poi altre due piccole novità, una positiva e l’altra negativa.
Partiamo dalla prima: Gaetano Boggini, stimato ricercatore di Sant’Angelo (per anni è stato alla guida dell’Istituto sperimentale di cerealicoltura, la “Genetica”) è stato individuato quale rappresentante della Camera di Commercio nel Consiglio della Fondazione Bolognini, cioè l’ente proprietario del Castello.


Il cartello di chiusura del castello, esposto il 15 giugno scorso,
che molti santangiolini non avrebbero mai voluto vedere.

Boggini ha accolto la nomina con “prudenza”, nel senso che prima vuole capire se effettivamente avrà la possibilità di incidere sulle decisioni romane.
La presenza di un santangiolino nella stanza dei bottoni fa però ben sperare.
Passiamo ora alla novità negativa: lo scorso novembre la Regione Lombardia ha reso noto l’elenco dei progetti finanziati nel settore della cultura.
Il Pirellone ha premiato Lodi Vecchio (sito archeologico) e Casale (nuova biblioteca); ha invece bocciato il progetto della Fondazione Bolognini, che aveva avanzato l’ipotesi di interventi sulle coperture e su alcune sale del lato sud del Castello, per un costo di 550mila euro.
Chiudiamo con gli appuntamenti del mese di dicembre. Il consiglio della Fondazione Bolognini si riunisce il 19 dicembre a Roma. La speranza è che in quella sede possa essere affrontato il problema della chiusura del Castello.
E non sarebbe male che il suo presidente, il senatore Romualdo Coviello, visitasse il Bolognini, per convincersi che in fondo il Castello non sta cadendo a pezzi.
Non è ancora tramontata, infine, l’ipotesi di creare un ente formato da istituzioni locali (ad esempio Regione, Provincia e Comune) che prenda in carico il Castello.
Per il momento si tratta solo di una delle tante idee sul tappeto, ma per essere messa in pratica dovrebbero sussistere almeno due presupposti: la disponibilità delle istituzioni e la revisione dello statuto della Fondazione.
Lorenzo Rinaldi