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Sfalcio dell’erba alla piattaforma. Siamo alle solite

Voglio segnalare l’ennesimo disservizio della nostra città riguardo gli orari della discarica rifiuti. Mi sono recata il 27 giugno nell’orario e nel giorno giusto (di mercoledì pomeriggio) a portare i sacchi contenenti lo sfalcio d’erba del giardino e mi è stato impedito di entrare perchè l’addetto chiudeva i cancelli per disinfestazione. Così ho dovuto tornare a casa (con il baule pieno di sacchi puzzolenti per il caldo) ed aspettare di avere più fortuna in un’altra occasione.
Inizio a pensare che chi non si reca alla discarica, ma butta i rifiuti lungo le strade, sia più furbo di noi cittadini rispettosi delle regole. Non so se il nostro sindaco Crespi era al corrente, ma di sicuro non c’è stata informazione. E mi chiedo se non potevano disinfettare il giorno dopo visto che la discarica al giovedì è chiusa. Siamo alle solite. Grazie per l’ospitalità.
Un’affezionata lettrice

La fiaccolata mi ha sconvolto

Era una calda sera d’estate, alla fine del mese di giugno, e dopo cena, mentre sbrigavo le mie faccende di casa, dal balcone mi sono giunte le voci dei partecipanti alla fiaccolata organizzata da FN, per alcune vie del paese.
Mi sono incuriosita e con i miei due figli sono uscita per andare a vedere chi fossero e cosa dicessero. Premetto che i miei ideali sono per una regolare integrazione e per una società multietnica, ma, quando avvicinandomi al corteo ho udito inneggiare a slogan di forte e violento razzismo nei confronti di tutti gli stranieri, mi sono vergognata un po’ di condividere la cittadinanza con i manifestanti. Tanti per mia fortuna, non li conoscevo e probabilmente non erano neanche del mio paese, ma fra di loro, quelli che conoscevo, mi hanno sconvolto ancora più della manifestazione stessa.
C’erano anche ragazzini molto giovani che probabilmente hanno solo cercato di movimentare un po’ la loro serata passeggiando per le vie del paese in un modo un po’ diverso, ma secondo me non conoscono il problema e sicuramente non sanno come affrontarlo. Fra quelli invece un po’ più maturi, innanzitutto mi sono stupita di vedere donne, poi di vedere persone che partecipano solitamente alla vita spirituale o culturale del paese.
Informiamoli perché il problema grosso è anche questo! È bello ritenersi credenti, frequentare gli oratori e la chiesa che come ben dovremmo sapere, predica ideali di fratellanza e uguaglianza fra tutti gli uomini, ma bisogna saper scegliere dove stare e quella sera, queste persone erano un po’ confuse!
Perché quella sera si è proposta non una soluzione al grave problema della delinquenza fra gli extracomunitari, ma solo una ennesima prova che è facile trascinare le folle nella non-conoscenza degli argomenti, altrimenti non sarebbero spiegabili le frasi urlate a squarciagola dai manifestanti che inneggiavano al razzismo, al fascismo ed al nazismo.
Rimasta sola, con pochi ad assistere, li ho potuti guardare in viso e ho colto nei loro sguardi tanta rabbia, ma non so verso chi e perché, così, pensando a tutti i miei conoscenti e amici stranieri, ho dedicato a loro il più grande abbraccio e... mi sono ritrovata a piangere!
Anna Palladini

Ricordati solo i giocatori dagli anni Settanta

Ho letto con piacere l’articolo in merito ai festeggiamenti per i cento anni di vita del S. Angelo Calcio, ma alla fine mi è rimasto un po’ di amaro in bocca perché mi è sembrato che anziché cento anni siano stati festeggiati solo gli ultimi 35/40.
Perchè non ricordare Felice Cerri e Mario Burini arrivati al professionismo di A e B? Perchè non ricordare coloro che come dirigenti o giocatori fra le due guerre e subito dopo la seconda per anni hanno onorato la bandiera rossonera santangiolina?
In questa festa del centenario si sono ricordati i “campioni” dagli anni Settanta in poi. Bene, costoro avrebbero potuto giocare a Sant’Angelo se qualche anno prima una truppa animata solo da passione e spirito di sacrificio non avesse fatto rinascere la società sportiva che aveva dovuto cessare l’attività?
Voglio allora ricordare qualche nome: Franco Lombardi e Antonio Crespi quali presidenti; i giocatori come Piero Corsi, Gianni Rozza, Vittorio Roveda, Tarcisio Latini; i dirigenti Agostino Savarè, Piero Marinoni, Gino Rustioni detto Meazza; i collaboratori Bolzoni, Cabrini, e un giovanissimo Pisati. Mi scuso con quanti non ho citato e che meriterebbero un capitolo tutto per loro. Risorgere dal nulla è stata dura, comunque in quattro anni siamo riusciti ad arrivare in Promozione, dopo di che sono arrivati gli anni della storia.
Franco Bertolotti