In un libro, il difficile cammino per un fiume pulito

Il Lambro e le acque, i depuratori e la speranza...

Il sogno di una vita, quello che il fiume torni come prima. Un legame quasi di sangue, delle genti con le sue acque. Ma è un sangue malato, quello che scorre nel suo alveo attraverso una delle principali metropoli lombarde e italiane, che nemmeno riesce a restituire al Lambro una remota limpidezza.
Milano non è Calcutta, é il volume edito dal “Progetto Lupolento per la Cultura e la Comunicazione”, il cui titolo non manca di rispetto per le culture orientali che sui grandi fiumi ci hanno costruito le più illustri civiltà, ma richiama alla mente soltanto una dichiarazione del primo cittadino milanese Gabriele Albertini.
E Cristoforo Vecchietti, insegnante e giornalista autore del testo, la riprende, e indaga nel labirinto di Palazzo Marino e dei territori d’intorno su quelle stesse vicissitudini che si sono accatastate come i faldoni in una stanza, intorno all’iter per “la costruzione dei depuratori nella metropoli lombarda”, appunto.
Un lavoro che procede in un percorso storico e geografico, frutto di accuratezza tecnica nel reperire le informazioni riguardo alle zone lambite dal corso d’acqua - abbandonato al rango di una fogna negli ultimi trent’anni - e di un’affinata sensibilità ecologica coltivata a trattare per anni di queste problematiche, come ricercatore, educatore o volontario.



Fino agli anni ‘50 del secolo scorso era possibile fare il bagno nel fiume Lambro,
come fanno questi ragazzi ritratti in località Mulino

Questa battaglia si concretizza ora in poco meno di un centinaio di pagine, dedicate alla relazione città-fiume nelle zone salienti di Lambrate, Parco Lambro, Ponte Lambro e Nosedo, ivi l’approdo al terzo grande depuratore che all’indomani del suo impianto, tra dibattiti politici e ambientalisti - protagonisti gli stessi comuni del Lodigiano oltre che del Basso Milanese, Basso Lambro Impianti Spa, associazioni e comitati - potrebbe eventualmente far accendere qualche nuova speranza in merito ad alcuni cambiamenti concreti.
La situazione descritta viene via via rivelandosi non meno torbida della squalificata risorsa idrica, sebbene col passo di un’inchiesta alle fonti e attraverso una fornita rassegna stampa, Milano non è Calcutta apre talora nuove prospettive che potrebbero avviare il discorso Lambro verso una tanto sospirata dignità perduta.
Il saggio, dal taglio agile e scorrevole, si avvale anche di alcune schede significative per meglio comprendere l’intricata vicenda, quand’anche siano stati avviati recenti studi su quanto il corpo umano possa soffrirne lungo le rive.
E mentre guardiamo il fiume e leggiamo, qualcosa di certo appare un po’ più chiara…

Matteo Fratti



Cristoforo Vecchietti, Milano non è Calcutta, Lupolento Cultura e Comunicazione, 83 pp., 10 euro.
Il libro si può richiedere a: “Lupolento Cultura e Comunicazione”, via Paolo Borsellino 50 - 26866 Castiraga Vidardo (LO). Telefonicamente al n. 0371/935168;
per mail mkuvec@tiscali.it
Distribuito presso la “Libreria Centrale” via Umberto I, Sant’Angelo Lodigiano.