Hobbies e passatempi barasini
Da muratore ad abile intagliatore di legno

Con estro e fantasia, il pensionato Giovanni Belloni, impiega il suo tempo a realizzare dipinti e piccole sculture

Giovanni Belloni mostra orgoglioso un bellissimo veliero realizzato senza schemi e modelli.
Nelle altre immagini animali e oggetti, frutto della fantasia dell'ex muratore.

La rubrica Hobbies e passatempi barasini trova spazio su "Il Ponte" da più di un anno.
Ci ha permesso di conoscere persone che condividendo un hobby si sono riunite per creare associazioni, tramandare tradizioni, scambiarsi esperienze e trasmettere ad altri le proprie passioni, a volte permettendo anche a commerci di una certa rilevanza di vivere del bacino d'utenza creato intorno allo stesso hobby.
Presepisti, colombofili, ingegneri di mini auto da corsa e progettisti di ferrovie da salotto; passatempi da collezione, da esposizione, da competizione. Lo svago fine a se stesso, caratterizzato da un ciclo vitale che si snoda interamente tra le mura domestiche, lo incontriamo forse per la prima volta con Giovanni Belloni.
Il signor Belloni, muratore in pensione, da qualche anno si dedica all'intaglio del legno, con il quale realizza piccole sculture (i soggetti sono generalmente animali), ma anche oggetti di uso quotidiano come scatole e portamatite. "È da poco che lo faccio - spiega - prima ho sempre dipinto, la mia passione erano i quadri. Poi, per cambiare, da un paio d'anni ho provato a intagliare, per vedere se ero capace".
La casa di Belloni racconta di entrambe le passioni del suo proprietario, con dipinti a tappezzare le pareti e piccoli animali di legno su ogni ripiano. I quadri sono tutti olio su tela e raffigurano perlopiù paesaggi immaginari, accanto ai luoghi della villeggiatura e alcuni scorci di Sant'Angelo. C'è anche un dipinto a muro, un cigno, nella camera dei bambini.
"A convincermi è stata più che altro mia moglie - racconta Belloni - che forse era stufa di vedermi fare sempre quadri". La signora conferma: "Sì, ho insistito io a dirgli che doveva provare a fare qualcos'altro: tanto lo fa solo per passare il tempo…". Lui ha provato, ed evidentemente ci ha preso gusto.
Forse proprio perché svincolato da mostre, gare ed esibizioni, Giovanni Belloni sperimenta in libertà, spaziando con la fantasia. Così nel suo appartamento si trovano anche zucche intagliate e dipinte che diventano recipienti, "Come si fa in certi Paesi arabi". Addirittura ci sono velieri e antichi galeoni, pronti all'arrembaggio con tanto di file di cannoni spianati, che Belloni ha intagliato nel legno di ontano assemblato in più blocchi. "Io avrei preferito farli in un blocco solo, ma oltre ad essere lavori difficili da realizzare mi è stato spiegato che, per esempio per gli alberi, i galeoni veri si costruiscono così, mettendo insieme pezzo su pezzo. E allora anch'io…".
Le navi realizzate dal signor Belloni sembrano ancora più belle quando lui confessa di scolpirle senza schemi o modelli, ma seguendo unicamente la propria fantasia. Così è più facile immaginare.
Me ne mostra una con un leone sulla prua: potrebbe essere la nave del Doge. "Diciamo che è la nave di San Marco", propongo io. Belloni sorride: "Ma sì, diciamo che è la nave di San Marco".
Tra i tanti animali intagliati, Belloni mi mostra diverse specie di uccelli, da quelli di piccola taglia ai grandi rapaci. Sono quasi tutti scolpiti a blocco unico in legno di noce e poi dipinti.
Me ne indica uno dotato di cresta e spiega: "Quella lì, in dialetto si chiama la büba: è l'upupa, un uccello che vive solo in ambienti puliti e fino a trent'anni fa si trovava anche nelle nostre zone". Belloni l'ha intagliata in una radice trovata andando a pescare.
Si passa poi ai mammiferi, dai profili arrotondati proprio come fossero piccoli giocattoli per bambini: ci sono l'alce, la mucca, il cammello, diversi cani per i quali Belloni si diverte anche ad immaginare le situazioni più disparate.
Indicandone due, uno di fronte all'altro, racconta: "Si trovano su una strada stretta: uno vorrebbe passare, ma l'altro lo blocca". Poi, verso altri due, uno accucciato e l'altro ritto di fronte: "Quando ho scolpito quelli, dovevano essere la femmina che si sottomette al maschio, ma a mia moglie non è piaciuta l'idea".
La signora Belloni, facente funzioni di critico piuttosto severo, se la ride: "È vero… la scultura è rimasta la stessa, ma gli ho fatto cambiare nome".
Per realizzare queste piccole sculture, il signor Belloni impiega un paio d'ore, che quotidianamente passa tra frese e scalpelli, spesso e volentieri anche questi fatti in casa.
Quando ci mette più delle solite due ore, non è un problema: "A volte capita di non riuscire ad andare avanti in un lavoro, e lo lascio lì. Passano dei mesi e poi tutto d'un tratto vengono le idee e la voglia di finirlo".
Il punto è proprio quello: bisogna passare il tempo.

Giuseppe Sommariva

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