I piccoli bielorussi ancora a Sant'Angelo

Per il quarto anno consecutivo sono arrivati a Sant'Angelo, accolti dalle nostre famiglie, i bambini provenienti dalla Bielorussia. Sono arrivati il 21 maggio e ripartiranno il 2 luglio: un periodo di vacanza terapeutica essenziale per la loro salute.
Ricordiamo che la Bielorussia fu tra i Paesi più colpiti dal disastro di Chernobyl, cittadina ucraina dove nel 1986 esplose una centrale nucleare provocando molte vittime; ancora oggi le radiazioni causano terribili malattie tra cui, proprio a carico dei bambini, leucemia e cancro della tiroide.
I quarantotto ragazzi (19 maschietti e 29 bambine), accompagnati da un'insegnante e da un'interprete, risiedono presso le 45 famiglie che lo scorso autunno hanno dato la propria adesione al progetto promosso dalle Parrocchie e sostenuto dal Comune e dalla generosità dei cittadini.
Come sempre i piccoli sono ospitati durante il giorno, dal lunedì al venerdì, presso l'oratorio San Rocco dove svolgono attività ludiche e didattiche partecipando anche a giornate speciali (al lago, al mare, in piscina, ecc.) organizzate dal Comitato pro Chernobyl.
L'attività all'aria aperta, la dieta ricca di frutta e verdura non contaminate, la lontananza dalle radiazioni, sono per i piccoli bielorussi la migliore forma di prevenzione dalle malattie.

Molte delle famiglie che hanno iniziato l'esperienza nel 2002, l'hanno ripetuta gli anni successivi, sviluppando con i ragazzi un forte rapporto affettivo tanto che alcune di queste famiglie hanno anche deciso di far visita ai ragazzi nel loro Paese. Questi viaggi, specialmente la scoperta delle condizioni di povertà in cui vive la popolazione locale, hanno sicuramente consolidato il legame di amicizia.
Per la realizzazione del progetto di quest'anno c'è però stato qualche timore: lo scorso autunno, infatti, il Presidente bielorusso Lukashenko, nel chiedere l'introduzione nel suo Paese di norme tese alla maggior responsabilizzazione dei ge-nitori e alla creazione di una rete di sostegno per i bambini e i giovani, ha definito "inquinante" il contatto con l'estero.
Lukashenko ha dichiarato che il fenomeno dei soggiorni per risanamento dovrà tendere ad azzerarsi perché‚ ha aggiunto, "i Paesi stranieri fanno di questi bambini bielorussi che hanno sperimentato i percorsi di risanamento, solo dei consumatori elevati al quadrato". Egli ha chiesto perciò che gli eventuali aiuti ai bambini siano portati direttamente in Bielorussia, ove si voglia davvero aiutare quel Paese.
Si comprendono le ragioni che spingono la Bielorussia a cercare di tutelare meglio i propri giovani, tuttavia questo orientamento impopolare e vagamente tirannico toglierebbe una forma di sostegno apprezzata dalla popolazione soprattutto per i suoi risvolti sanitari.
Aiutare i bambini direttamente in Bielorussia, come chiede Lukashenko, si può ovviamente, ma chi lo fa si scontra quotidianamente con la burocrazia doganale del Paese.
Appena sarà archiviata l'esperienza 2005, il Comitato pro Chernobyl si muoverà già in ottobre per organizzare il prossimo soggiorno chiedendo, come sempre, il sostegno della comunità.
Sant'Angelo saprà ancora fare la sua parte. Speriamo che il Sig. Lukashenko faccia la sua!

Giancarlo Belloni

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