Hobbies e passatempi barasini
Un piccolo mondo fatto di trenini

Paolo Mascheroni, 57 anni, dirigente bancario e padre di famiglia, vive a Sant'Angelo in viale Trieste. Appena ha cinque minuti liberi, va in seminterrato e fa correre i suoi trenini. Eh già, sono quelle cose che non ti aspetti. Ma sono anche il bello di una rubrica che si occupa degli hobbies e passatempi di gente piena di fantasia.
Già dalla telefonata preliminare, Mascheroni mi dà un indizio importante: "Se vuoi scrivere di quello che faccio, è giusto che tu veda il mio lavoro infinito…". Si riferisce al plastico su cui fa girare le sue piccole locomotive, che lo tiene impegnato dal 1995 e non è ancora terminato. La passione per il modellismo lo accompagna fin da bambino, ma è solo dal 1970 che Mascheroni ha cominciato a progettare e costruire plastici. Ne ha già realizzati due di una certa rilevanza: il primo, quando viveva in appartamento, su un asse di 1,25mt x 1,80mt; poi un altro di 2,50mt x 1,60mt. Adesso che dispone di più spazio, Mascheroni ha avviato i lavori su questo plastico, che mi mostra a casa sua e di cui a colpo d'occhio mi riesce difficile fare il computo metrico, tanto più che nemmeno il suo creatore sa darmi dei numeri precisi. Il fatto è che il plastico è disposto su diversi livelli di compensato, con una rete di cinque piste che incrociandosi e rincorrendosi tra scambi, ponti e stazioni possono ospitare fino a 10-12 treni in movimento, su un circuito complessivo di almeno un centinaio di metri di piccoli binari.

Un particolare del grande plastico. che può ospitare fino a 12 treni in movimento, realizzato da Paolo Mascheroni

Tutta la massicciata è realizzata da Mascheroni con un lavoro certosino: "Uso dei sassolini su cui prima passo la colla con un piccolo pennello. Poi realizzo una soluzione di colla e acqua che spruzzo in mezzo alle traversine con una siringa, infine passo l'alcool".
Mascheroni è anche un collezionista: nelle sue vetrine si può ammirare la storia delle FS italiane, su cui ha concentrato la sua attività, dalle locomotive a vapore fino agli elettrotreni, passando per i treni elettrici a trifase. "Ci sono tutte le locomotive con i colori fatti propri dalle ferrovie italiane, dal castano Isabella a quelli dei giorni nostri. E poi una collezione di treni svizzeri: per coerenza sono quelli che corrono lungo il confine italiano, sul tratto del Bernina".
Mi mostra il modello della carrozza "100 porte", quello del Simplon Express (volgarmente conosciuto come Orient Express), la Littorina, il prototipo del Settebello e quello del Pendolino. Ci sono anche, nella sua collezione, prototipi di treni mai realizzati, come quello del Treno Azzurro o della Motrice 454. Tutti sono in scala 1:87, tranne quelli svizzeri un po' più piccoli.
Poi non resiste, e mi mostra il plastico in funzione. Parte il primo treno, Mascheroni mi dice: "Senti?". A dire la verità non so cosa dovrei sentire, ma non ho il coraggio di dirglielo. "Usando i sassolini per la massicciata, il rumore è uguale a quello dei treni veri". Ha ragione.
Dalla postazione di controllo fa partire diversi semafori verdi. Ogni tanto mi guarda e sorride: "Ne facciamo partire un altro?". Si arriva a quota dieci treni che simultaneamente viaggiano sul plastico, con Mascheroni a manovrare scambi e velocità per non farli scontrare: "Il gioco più bello è alle stazioni", e piano piano ogni treno arriva a destinazione. Mi fermo ad ammirare il plastico: è un paesaggio montuoso, ma non segue un progetto preciso, il progetto si fa a cantiere aperto, e il cantiere è quello del Dom de Milàn. Chiedo a Mascheroni se ha intenzione di finirlo, un giorno. La risposta è laconica: "Sì, un giorno…".
Probabilmente il bello è proprio questo: non smettere mai di inventare questo piccolo mondo coi suoi lampioncini, i suoi alberelli, le sue case da assemblare, ed emozionarsi per una piccola biella che gira con una precisione da orologeria. Mascheroni confessa: "Qui giù ho smesso di fumare". Non faccio fatica a credergli, per come gli brillano gli occhi quando mi fa notare la precisione della caldaia di un suo trenino.
Do anche una sbirciata alla collezione di cd che sta vicino al tavolo da falegnameria: orchestre di fiati, qualcosa di Verdi, ma soprattutto James Last e Burt Bacharach; per chi non li conosce, il massimo della rilassatezza.
E a cos'altro può servire un hobby, se non a smettere di fumare?

Giuseppe Sommariva

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