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IL PONTE
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ANNO 5- N.4 (Versione web - anno 2 n.4) NUOVA SERIE SETTEMBRE 2001

Rivolti all’Angelo….con il naso all’insù
L’interruzione della viabilità in via Orsi, a causa della pericolosa inclinazione della spada dell’Angelo che sovrasta il campanile, ha costretto i santangiolini ad alzare lo sguardo e ad osservare, in maniera più attenta e curiosa, la torre campanaria, chiedendo informazioni sulle sue vicende storiche, alle quali desideriamo risponedere attingendo le notizie da fonti d’archivio.

Il 22 giugno 1662 si diede inizio alla costruzione di una nuova chiesa (che fece poi posto all’attuale Basilica) in sostituzione di quella ormai cadente risalente al secolo XIV e demolita nel 1600. Il nuovo edificio fu ultimato nel 1673 con l’edificazione della facciata. Alla nuova chiesa però mancava il campanile che fu iniziato il 4 agosto 1684 e la cui struttura terminava alla cella campanaria avente al di sotto di essa un unico orologio collocato sul lato che dà alla piazza. Un primo intervento di sopraelevazione fu effettuato nell’anno 1787 con l’aggiunta di un’elegante cupola in stile barocco.

Il 21 luglio del 1826, un fulmine colpì la torre campanaria procurando gravi danni, in modo particolare sotto il quadrante dell’orologio. Questa circostanza contribuì alla decisione di metter mano alla struttura e decidere per il sopralzo. Fu chiamato a dirigere i lavori l’architetto Carlo Amati (1776 –1852), il progettista celebre per le sue opere di gusto neoclassico e palladiano, autore della chiesa di S. Carlo a Milano e collaboratore dell’architetto Zanoja alla facciata del Duomo di Milano. Sotto la guida del capomastro Cattaneo di Milano, i lavori procedettero celermente, venne modificata la cupola barocca inserendo ai quattro lati di essa i quadranti dell’orologio, fu formato il terrazzo delle statue ed elevata la colonna scannellata di foggia neoclassica che fu ultimata il 24 settembre dello stesso anno.

Il 13 aprile 1827, caricata su due carri trainati da 4 buoi ciascuno, giunse la statua dell’Angelo, composta da due pezzi più il piedistallo, in marmo di Viggiù, opera dello scultore milanese Enrico Butti. Il costo della scultura comprese le due ali di rame fu di 1.200 lire milanesi. Tre delle quattro statue poste sul terrazzo furono donate dal sig. Giovanni Antonio Sommaria di Sant’Angelo, nipote del famoso Giovanni Battista Sommariva, che si trovavano inutilizzate nella sua villa di Valbissera (ubicata sulle colline di S. Colombano), dopo che erano state tolte dalla facciata della vicina Chiesa dedicata alla Madonna dei Monti. La quarta fu acquistata dalla fabbriceria a Milano. Le statue furono collocate il 24 maggio 1827, poggiate sopra delle grosse beole donate dal conte Marco Attendolo Bolognini.

Nel 1836 il fabbro santangilino Fermo Savarè, costruì la ringhiera in ferro battuto che corona il terrazzino alla base della colonna.

Così completato, il campanile con alla sommità l’effige di San Michele Arcangelo, divenne, insieme alla torre del castello visconteo, l’emblema della borgata santangiolina e il testimone silenzioso degli avvenimenti tristi e lieti della nostra comunità. per circa 140 anni le cronache del campanile riguarderanno solamente il numero delle campane che aumenteranno gradatamente: quattro nel 1758; cinque nel 1767, sei nel 1887 e otto nel 1923.

Il 18 novembre 1973 l’Amministrazione comunale, in unione d’intenti con la parrocchia e la Pro Loco, annunciò la decisione di intervenire per restaurare l’intero campanile che presentava segni evidenti e preoccupanti di sfacimento, con le parti murarie, pilastri e cornicioni completamente corrosi dagli agenti atmosferici.

Il 28 giugno 1974 il Consiglio Comunale (con atto m. 69), sulla base di un preventivo predisposto dalla ditta "Geom. Russi" di Milano, deliberava il relativo appalto concorso che ebbe luogo il,15 novembre con l’aggiudicazione all’impresa edile "Franco Preti" di Milano. Al finanziamento dei lavori il cui importo finale risultò di L. 28 milioni, concorsero la Regione Lombardia con un contributo di 12.995.000; l’Amministrazione comunale e le offerte volontarie di alcuni cittadini.

I lavori, con l’innalzamento del mastodontico ponteggio, iniziarono nella primavera del 1975 con l’assistenza dell’arch. Paolo Mascheroni, il quale, alla conclusione degli stessi, avvenuta nel mese di settembre dello stesso anno, indicò le misure delle varie parti del campanile, verificate nel corso dell’opera: L’altezza totale risultò di mt. 61,10, dal piano stradale alla testa dell’Angelo, mentre le misure parziali riscontrate fuono; my. 6,18x6,26 la canna principale di pianta quadrata; mt. 41,60 dalla strada alla cella campanaria compresa; mt. 8,10 dalla cella al terrazzino; mt. 6,70 la colonna che ha un diametro di mt. 2,5; mt. 0,90 il piedistallo della statua; mt. 3,80 la statua, sulla quale era ancora visibile la firma dello scultore Butti.

Assieme ai lavori di risanamento e di pulitura, fu rifatto il parapetto in ferro del terrazzino, sostituito il parafulmine, applicate nuove aste indicatrici agli orologi e nuove ali di rame alla statua dell’Angelo, entrambe opera degli artigiani santangiolini di ferro battuto Vittorio e Giovanni Beccaria, modellate su frammenti delle originarie.

Antonio Saletta

 

 

 

angelo

 

 

 

 

cella campanaria torre

Il campanile della Chiesa di Sant'Angelo Lodigiano come si presentava nell'anno 1826,prima del sopralzo definitivo. Il disegno dell'epoca mostra la cupola barocca aggiunta nel 1787 (l'illustrazione è tratta dal libro di poesie di Achille Mascheroni "Sant'Angel dal Campanén"

 

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